Il difficile periodo che il settore delle macchine per la lavorazione del legno e dei suoi derivati sta attraversando è purtroppo pienamente confermato dai dati congiunturali relativi al secondo trimestre 2009. Il messaggio è chiaro: i segnali della tanto attesa ripresa sono ancora lontani e siamo nel pieno di una evidente stagnazione della produzione.
La consueta indagine congiunturale curata dall’Ufficio studi di Acimall – svolta sulla base di un campione statistico che rappresenta l’intero settore – nel periodo aprile-giugno registra un calo degli ordini del 53,8 per cento rispetto all’analogo trimestre 2008. A questo dato concorrono la diminuzione degli ordini dall’estero (meno 58,5 per cento) e la domanda nazionale, che registra un cedimento del 35,6 per cento. Una situazione meno drammatica – ma non per questo consolatoria – emerge dal confronto con i dati del primo trimestre di quest’anno, rispetto ai quali il calo del periodo aprile-giugno è di un contenuto 2,3 per cento (meno 7,2 per gli ordini dall’estero, mentre il mercato nazionale cresce del 12 per cento).
Nel periodo in esame i prezzi hanno registrato un lieve calo (meno 0,1 per cento), mentre gli intervistati indicano in 1,2 i mesi di produzione assicurata al termine del secondo trimestre 2009.
L’indagine qualitativa mostra, sulla base dei giudizi espressi dalle aziende che partecipano all’indagine, i seguenti risultati: il 68 per cento prevede un trend della produzione negativo, il 29 per cento stabile e solo il 3 per cento si aspetta una crescita del livello produttivo.
L’occupazione viene considerata stazionaria dal 65 per cento del campione e in calo dal restante 35 per cento. Le giacenze risultano stabili nel 45 per cento dei casi, in diminuzione nel 42 per cento e in crescita nel rimanente 13 per cento.
L’indagine previsionale mostra un clima di sostanziale stabilità, anche se la consapevolezza del probabile arresto del crollo degli ordini non è accompagnata da una più concreta fiducia in una rapida ripresa. Anzi: l’opinione più diffusa è che solo fra qualche anno il settore potrà tornare ai livelli produttivi pre-crisi. Secondo il 10 per cento degli intervistati nel prossimo periodo gli ordini esteri aumenteranno. Il 61 per cento propende per una sostanziale stabilità, mentre il 29 per cento scommette su una ulteriore riduzione (il saldo è pari a -19). Per il mercato interno il 7 per cento del campione prevede un aumento delle commesse; il 35 per cento indica una ulteriore contrazione, il restante 58 per cento vota per la stabilità (il saldo è pari a - 51).
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