Nel 2024, il settore
dell'edilizia in Italia ha e sta affrontando una significativa fase di
contrazione dopo anni di crescita. Si è prevista una riduzione degli
investimenti nel settore delle costruzioni del 7,4%, dovuta principalmente alla
fine degli incentivi fiscali come il Superbonus e la mancanza di nuove misure
per la manutenzione straordinaria. Questo ha impattato soprattutto la
riqualificazione del patrimonio abitativo, che negli ultimi anni ha
rappresentato una parte sostanziale del mercato.
Nello specifico il mercato delle rivendite edili e della grande distribuzione specializzata (GDS) ha vissuto un anno complesso, caratterizzato da sfide e opportunità.
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Le dinamiche che hanno caratterizzato il comparto delle costruzioni e i principali consorzi e gruppi di rivenditori di materiali di edilizia negli ultimi 12 mesi Reduce da un 2022 in cui la forte ripresa degli investimenti aveva segnato il ritorno ai livelli pre-pandemia, il settore registra quest’anno una prima flessione nel comparto della riqualificazione abitativa che risente delle numerose modifiche intervenute sul Superbonus che ne hanno determinato un depotenziamento.
Il ridimensionamento di questo segmento proseguirà
anche nel 2024 anche per effetto del venir meno della possibilità di cedere
i crediti maturati con gli interventi di miglioramento sismico ed energetico
degli edifici. Nonostante questo la previsione per l’anno in corso è di un
incremento dei livelli produttivi del +5,4% in termini reali su base annua,
spiegato dalle prospettive di sviluppo del mercato delle opere pubbliche,
sostenuto dal PNRR. Questi alcuni elementi contenuti nell’analisi
sull’andamento del settore che come ogni anno proponiamo
su questo fascicolo che in allegato ha il Poster dell’Edilizia che,
come le schede aziendali che trovate nelle pagine a seguire, si basa
su un campione di 78 consorzi, gruppi di rivenditori e realtà commerciali
di materiale edile multi-provinciali e/o locali.
Le dinamiche che hanno caratterizzato il comparto delle costruzioni e i principali consorzi e gruppi di rivenditori di materiali di edilizia negli ultimi 12 mesi.
L’incognita Covid ha condizionato e molto probabilmente condizionerà ancora nei prossimi mesi l’andamento del comparto che, dopo il blocco nelle settimane del lockdown, alla riapertura, ha registrato una buona ripresa che, però, non è stata sufficiente a consentirgli di riportare gli indici di produzione ai livelli del 2019. Sul piano dell’offerta fra il 2019 e il 2020 è da segnalare un certo dinamismo da parte degli operatori nazionali a differenziare il proprio brand con operazioni di restyling e di creazione di nuove insegne.
Tutto sembrava volgere al meglio. Poi…arrivò il Covid-19
L’impatto della pandemia sugli indici di produzione è stato significativo e dopo la riapertura il calo registrato durante il lockdown è stato recuperato soltanto in parte. Da segnalare l’attività di rebranding e di restyling con cui alcuni gruppi nazionali puntano a differenziare la propria insegna sul mercato.
Sembrava che andasse tutto bene. Invece nel 2020 il mondo dell’edilizia, come tutti gli altri, ha dovuto subire un brusco segnale di stop dovuto all’emergenza sanitaria da Covid 19. E così il lockdown ha fatto crollare gli indici di produzione nelle costruzioni, solo parzialmente recuperati dopo la riapertura dell’attività e dalle iniziative pubbliche atte a risvegliare il settore. Nel frattempo lo scenario competitivo dell’offerta ha continuato a stabilizzarsi sicché il 2020 sembra chiudersi all’insegna della stazionarietà, pur se con qualche ferita ancora da rimarginare. Non sembrano infatti registrarsi particolari trasformazioni nelle compagini dei grandi gruppi e consorzi dell’edilizia. È però degna di nota una politica di rebranding e di restyling dei principali marchi caratteristici del settore per differenziare la propria insegna sul mercato. Cerchiamo di dare un’occhiata a quello che è successo con l’analisi dei principali indicatori e con l’abituale presentazione della graduatoria dei principali operatori.
IL SUPERBONUS 110% TRAINA LA CRESCITA DI TUTTA LA FILIERA
Le prime elaborazioni sull’impatto degli incentivi fiscali sulla filiera dell’edilizia confermano che questo incentivo è un driver di sviluppo straordinario i cui effetti sono destinati a durare anche nei prossimi mesi. Le ricadute di questo bonus non si limitano a un effetto espansivo in termini di produzione, reddito eoccupazione, ma riguardano anche la riqualificazione di questo settore.
46.195 interventi per un valore di 7,5 miliardi di euro e circa 8,2 miliardi di euro come ammontare ammesso a detrazione. Questi i numeri che fotografano l’impatto del Superbonus 110% sulla filiera edile e che confermano il contributo determinante assicurato da questo incentivo alle sua crescita. I dati sono frutto di un’elaborazione di Ance – Associazione Nazionale Costruttori Edili sulla base di dati Agenzia delle Entrate, Enea, Ministero dello Sviluppo Economico, Istat, Infoplus e Banca d’Italia e sono stati presentati lo scorso 9 ottobre al convegno “Stati Generali del Superbonus 110% e degli altri incentivi fiscali”, che ha inaugurato SAIE Bari 2021.
Numeri che confermano anche che, tra i vari incentivi fiscali introdotti, il Superbonus è indubbiamente quello che sta funzionando di più e il cui impatto è destinato a farsi sentire anche nei prossimi mesi. A settembre gli interventi legati all’incentivo sono stati in tutto 46.195 per un valore di 7,5 miliardi di euro (ovvero circa 8,2 miliardi di euro come ammontare ammesso a detrazione, considerando l’aliquota del 110%). Di questi 5,1 miliardi di euro si riferiscono a lavori già conclusi. Settembre ha fatto registrare un consistente aumento del +24,4% nel numero e del +31,8% nell’importo. Vale a dire, circa 9mila interventi in più per 1,8 miliardi di euro. E il trend sembra destinato a proseguire.
L’EDILIZIA, UN SETTORE STRATEGICO CHE SI SERVE ANCHE ATTRAVERSO GROSSISTI E FERRAMENTA
Se ancora ce ne fosse bisogno le aziende protagoniste di questa inchiesta confermano che il settore edile, grazie all’azione di stimolo esercitata sulla domanda dai vari incentivi fiscali, consente di stimolare volumi di vendita importanti e mantengono un trend che autorizza a prevedere che in prospettiva la sua incidenza sul fatturato totale andrà ad aumentare. Il dato positivo per i rivenditori del mondo della ferramenta è che questa dinamica particolarmente favorevole della domanda non è appannaggio esclusivo dei centri edili specializzati. Grazie al consolidato rapporto con alcune categorie professionali che operano nel settore delle costruzioni, a partire dagli artigiani, anche ferramenta e utensilerie riescono a generare un significativo volume di fatturato. Abbiamo anche provato a sondare quali sono, a giudizio delle aziende, i driver che guidano l’acquisto in questo settore. Tra gli altri due gli elementi su cui vogliamo richiamare l’attenzione, il ruolo importante, ma non certo decisivo della marca, e l’accento posto sull’importanza del consiglio dato dal rivenditore e/o dall’addetto alla vendita e, di conseguenza, alla sua formazione.
Le dinamiche che hanno caratterizzato il comparto delle costruzioni e i principali consorzi e gruppi di rivenditori di materiali di edilizia negli ultimi 12 mesi.
Come ogni anno, vi proponiamo un sintetico quadro dell’andamento del settore edile. Come vedremo la fotografia emergente dai dati Ance è quella di un settore che continua a beneficiare delle ricadute dei diversi incentivi fiscali. E questo nonostante l’emergere di alcune importanti criticità, l’aumento dei prezzi dei materiali, l’inflazione e le difficoltà ad accedere allo sconto in fattura e alla cessione del credito dovute alle incertezze normative. Come di consueto vi proponiamo anche la graduatoria dei principali consorzi e gruppi di rivenditori di materiali di edilizia in Italia che, come le schede aziendali e il Poster allegato a questo numero, si basa su un campione di 80 consorzi, gruppi di rivenditori e realtà commerciali di materiale edile multi-provinciali e/o locali.
Superata l’emergenza sanitaria, nei due anni successivi il comparto edile riparte, seppur non con l’acceleratore. Dopo il recupero registrato nel 2021, nell’anno in corso la tendenza pare infatti affievolirsi per una serie di ragioni legate alle azioni politiche volte ad alimentare gli investimenti pubblici e privati nel settore delle costruzioni. Cerchiamo di capire, sulla base dei dati e delle valutazioni effettuate dai principali enti di ricerca, come e perché.