FEDERMACCHINE, la federazione delle imprese italiane costruttrici di beni strumentali, esprime grande soddisfazione per l’emanazione, da parte del governo, del provvedimento relativo alla detassazione degli utili reinvestiti dalle imprese in beni strumentali.
Inclusa nel decreto varato, il 26 giugno, dal consiglio dei ministri, la detassazione degli utili reinvestiti è uno dei provvedimenti che da tempo FEDERMACCHINE aveva sollecitato il governo ad adottare per rilanciare il comparto dei beni strumentali, strategico per l’economia nazionale.
“La detassazione degli utili reinvestiti – ha affermato Alfredo Mariotti, segretario generale di FEDERMACCHINE – è un provvedimento assolutamente indispensabile per rilanciare la domanda degli utilizzatori finali, dando così respiro al comparto dei beni strumentali, messo a dura prova dalla negativa congiuntura economica che stiamo attraversando”.
“L’auspicio – ha proseguito Alfredo Mariotti – è che il provvedimento, adottato dal governo anche grazie alle sollecitazioni di Confindustria, sia solo il primo tassello del mosaico di interventi necessari a rilanciare un settore fondamentale per garantire all’intero sistema industriale livelli di competitività adeguati alle ambizioni del paese”.
Secondo FEDERMACCHINE è, infatti, essenziale che all’emanazione del provvedimento faccia seguito l’adozione delle altre misure richieste per sostenere le imprese del comparto, ovvero: la rivalutazione dei beni strumentali in possesso delle imprese, che permetterebbe alle aziende di meglio evidenziare il proprio patrimonio e, di conseguenza, ottenere più facilmente finanziamenti dalle banche; la moratoria per due anni, con pagamento dei soli interessi, dei crediti vantati dagli istituti di credito nei confronti delle PMI, che “darebbe fiato” alle PMI e maggiore certezza alle banche di “rientrare”.
Con un attivo commerciale che, nel 2008, ha sfiorato i 20 miliardi di euro, il settore dei beni strumentali è tra i pochi in grado di portare un contributo positivo alla bilancia commerciale del paese.
D’altra parte, per l’economia nazionale, il settore, nel quale l’Italia vanta competenze eccezionali, riveste un’importanza strategica pari a quella attribuibile, in altri paesi, a materie prime e fonti energetiche: senza beni strumentali di livello tecnologico tanto avanzato, infatti, la produzione manifatturiera nazionale sarebbe pesantemente dipendente dall’estero.
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