Dalla finanza agli ammortizzatori sociali, strumenti operativi ed immediatamente applicabili a sostegno dell’attività aziendale in un periodo di crisi. E’ stato questo
l’obiettivo concreto che ha dato vita al convegno “La Crisi, come uscirne – incontro tecnico ed operativo sugli strumenti si supporto” organizzato da Assofermet e che si
è tenuto questa mattina a Milano.
«Un segno tangibile della volontà associativa di affiancare le aziende in un periodo di criticità economiche strutturali» ha spiegato aprendo i lavori Roberto Lunardi, presidente
di Assofermet. «E’ un momento – ha aggiunto - di riflessione e di dialogo sulle difficoltà che attanagliano le imprese dal quale, attraverso un confronto, valutare quali risorse mettere in campo per superare l’impasse».
«Sono molteplici le misure di sostegno al reddito di particolari categorie di lavoratori – ha spiegato Clara Pia Claudiani, responsabile team prestazioni a sostegno del reddito della
Direzione Regionale Lombardia dell’INPS –. Sono strumenti finalizzati ad attenuare l'impatto sociale di licenziamenti collettivi, disoccupazione, ristrutturazioni e riorganizzazioni, crisi aziendali, sospensioni dal lavoro. Tra questi ricordiamo i sussidi di disoccupazione, le indennità di mobilità, l’assegno per attività socialmente utili, la CIGO/CIGS (cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria), i contratti di
solidarietà ed altre forme di sostegno all'occupazione». A fianco di tali strumenti, però, si è aperta – in funzione della particolare negatività della congiuntura economica – anche la
Cassa integrazione in deroga che ha ampliato la tutela anche a categorie di lavoratori prima non contemplate dal legislatore. Tra esse «rientrano – ha aggiunto la dirigente
INPS – anche aziende un tempo escluse, anche se con alcune limitazioni (es. si accede alla Cassa in deroga solamente dopo aver usufruito degli strumenti ordinari e straordinari già in essere)».
In termini economici sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro per il periodo 2009-2010. Di questi, 70 milioni di euro saranno destinati alla Lombardia.
«E’ un importo apparente corposo, ma in realtà esiguo – ha detto Sonia Pantoni della Direzione Regionale Lombardia dell’INPS – poiché nel solo primo trimestre del 2009
abbiamo ricevuto richieste per 40 milioni di euro».
Sotto il profilo finanziario oltre agli aiuti di Stato, «è in atto un sostegno comunitario – è intervenuto Domenico Rizzi dell’Area Politiche per lo Sviluppo di Confcommercio – che
si esplica in molti campi, dal sostegno agli investimenti in Ricerca e Innovazione, condotti da imprese singole o aggregate in collaborazione con le Associazioni di categoria ed il sistema della ricerca per apportare benefici di filiera e di sistema delle imprese, ai finanziamenti per la fruizione di servizi qualificati che favoriscano l’innovazione di prodotto, di processo e organizzativa (es. check up aziendali, tecnology audit, business planning)».
«L’intensità di aiuto sugli investimenti – ha precisato – spaziano dal 35% per la piccola impresa e dal 25% per la media impresa, al 15% per la Grande impresa (solo se partecipa con una PMI). L’intensità di aiuto per i Servizi qualificati non può superare i 200.000 euro».
Da non trascurare poi gli aiuti nazionali (es. credito d’imposta) e regionali (es. legge Sabatini 1329/65, aiuti delle Camere di Commercio). C’è poi il nervo scoperto dell’accesso al credito, con i cordoni degli istituti sempre meno allentati. Con esso, il problema delle garanzie ai fini della mitigazione del rischio di credito secondo gli accordi di Basilea 2.
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