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28/09/2020

Il mercato del post Covid richiede efficienza, innovazione e ricerca

Il Covid ha offerto un ulteriore conferma che questo è il modello di business che consente alle aziende del settore di confermare la propria eccellenza offrendo un importante valore aggiunto ad un prodotto considerato “maturo”. Di questo e altro abbiamo parlato con Sergio Pirovano, Presidente UPIVEB

La pandemia ha confermato che la capacità di reagire con flessibilità ai trend e alle dinamiche di mercato è la chiave di volta che consentirà alle aziende italiane del settore di confermarsi come player di riferimento in ambito internazionale e di cogliere a pieno le opportunità offerte da una domanda che appare in recupero. Per perseguire l’obiettivo per il quale è stata costituita - favorire e sostenere la produzione Italiana del settore della Viteria e Bulloneria - UPIVEB è impegnata a livello internazionale e nazionale a portare avanti iniziative come il “Progetto Filiera” di cui il presidente Sergio Pirovano, è particolarmente orgoglioso.

 

Qual è la situazione del mercato della Viteria e della Bulloneria nel post Covid?

Rispetto ai numeri del secondo trimestre 2020, il recupero della domanda, sia pur non su base omogenea, si sta mostrando a mio parere più favorevole anche se, secondo i dati in possesso della nostra Associazione, l’attività non è ancora allineata ai dati 2019.

 

In particolare, quali sono le criticità che come produttori vi trovate ad affrontare?

Le misure di prevenzione giustamente imposte dai regolamenti anti Covid creano indubbiamente delle modifiche e difficoltà sul modus operandi delle aziende associate ma allo stato attuale dell’evoluzione della pandemia non hanno purtroppo alternative.

 

Prima del Covid il 75% della produzione italiana era destinato all’export. Dal punto di vista dell’associazione quali sono le problematiche derivanti dall’emergenza Coronavirus con cui si sta attualmente confrontando il settore? Quali sono le vostre previsioni a breve e medio periodo? Ci sarà un ridimensionamento dell’export oppure le criticità evidenziate dal Covid a livello di approvvigionamento favoriranno le aziende italiane almeno per quanto riguarda l’export verso i Paesi Europei?

Le misure di contenimento della pandemia adottate in Italia sono state recepite, sia pur con modalità e tempistiche differenti, anche in quasi tutti gli altri Paesi oggetto dell’export italiano, in particolare la Germania, la Francia, la Spagna, alcuni Paesi dell’est, senza dimenticare gli Stati Uniti e la Cina. Inoltre, il sistema industriale dei Paesi europei e non è estremamente integrato e pertanto il settore italiano della bulloneria e quello europeo mostrano un trend di recupero omogeneo tra di loro. In base a quanto detto, le previsioni sono a mio parere positive anche in relazione alle attività ed ai fondi stanziati in Europa che fungeranno da stimolo alla ripresa economica globale.

 

Quali sono le azioni che UPIVEB auspica siano promosse in modo da salvaguardare gli interessi delle aziende italiane del settore?

Premetto che personalmente non vedo di buon occhio la cassa integrazione se non in questi periodi straordinari, in cui la chiusura delle aziende non è stata una scelta dell’imprenditore ma è stata imposta per motivi più che mai condivisibili. Oltre alle misure di sostegno delle attività previste dal Governo delle quali i nostri associati beneficiano, auspico che i nostri imprenditori riescano a rimettere in campo creatività, voglia di fare, ricerca e innovazione, affinché si possa con queste azioni ed altre far ripartire il nostro grande Paese orgoglioso di esportare il Suo “Made in Italy”.

 

Alcuni dei tradizionali settori di sbocco, ad esempio l’automotive o l’elettrodomestico non stanno performando bene. Quali sono le ricadute sul settore viteria e bulloneria e quali le contromisure adottate dalle aziende del settore?

Automotive ed elettrodomestico hanno seguito il trend del mercato e a seguito della caduta dell’attività a partire dal mese di marzo, proseguita poi in aprile e maggio, hanno adottato le misure di contenimento previste a livello nazionale, con la sospensione della produzione ed il mantenimento delle attività di servizio al minimo livello onde far fronte ad eventuali urgenze richieste dal mercato. In concomitanza con la ripresa dell’attività in giugno, sia pur con sensibili differenze da Paese a Paese, le aziende hanno riattivato la produzione ponendo una cura particolare alla necessità di bilanciare i costi con i ricavi.

 

In un comparto oggettivamente maturo, ritiene che in prospettiva le aziende per crescere debbano puntare sull’innovazione tecnologica o sulla creazione di nuovi modelli di business e su nuovi servizi?

La parentesi, si spera breve, del Covid ha obbligato tutte le aziende, anche quelle che non avevano iniziato tale processo, a rivedere il proprio modello di business puntando sull’efficienza, sull’innovazione tecnologica e su una gamma di servizi e prodotti diversificata, indispensabile per “rimanere” sul mercato, dando un valore aggiunto ad un prodotto considerato “maturo”. La lezione del Covid rimarrà nella storia, anche in quella industriale. La necessità di essere “reattivi” alle modifiche dei trend di mercato e quella di essere flessibili nel reagire a elementi esterni che si possano palesare all’improvviso, sono a mio giudizio i due più importanti insegnamenti di questo periodo.

 

Può dirci a quanto ammonta il fatturato realizzato dalle aziende aderenti a UPIVEB? Quanto incidono sul fatturato totale del settore? Quanti sono gli addetti che fanno capo ai soci UPIVEB?

Prima della crisi Covid le Aziende associate alla UPIVEB rappresentavano - con un fatturato che supera complessivamente il miliardo e mezzo di Euro e i 4.500 dipendenti - più del 75% della produzione nazionale; si tratta di aziende di piccole, medie e grandi dimensioni.

 

Quali sono i più importanti progetti che vi vedono attualmente impegnati come Associazione? L’associazione è da sempre impegnata su progetti con finalità tecniche e normative e di analisi dei trend di mercato, a supporto dei nostri soci e della “Filiera” ma anche di aziende manufatturiere italiane. Con grande orgoglio vi informo che nel novembre 2018 è stato lanciato il “Progetto Filiera” che consiste nell’ingresso in UPIVEB di aziende (acciaierie, trafilerie, costruttori di macchine, trattamentisti, etc.) tra le più qualificate a livello europeo e mondiale, fornitrici del nostro settore. È continuo è il confronto e la cooperazione attraverso la creazione di Working Group con la Filiera, le associazioni mondiali di settore ed altre associazioni di categoria.

 

 

Nella foto a fondo pagina Il Presidente Sergio Pirovano presso lo stand UPIVEB alla Fastener Fair di Stoccarda 2019, con il segretario generale ing. Gianni Pezzoli e il direttore della Rivista “Italian Fastener



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