Almeno 12 morti ogni anno e decine di feriti in un settore che in Italia raggruppa oltre 2.300 operatori: sono questi i numeri che emergono dallo studio presentato al Forum Serramenti-Retail-Vetro di Verona da Aipaa (Associazione Italiana per l’Anticaduta e l’Antinfortunistica) e Assites (Associazione Italiana Tende, Schermature Solari e Chiusure Oscuranti) sulla sicurezza dei lavoratori che operano in quota. Obiettivo far luce sulla problematica dei rischi connessi al comparto del montaggio di tende da esterni per sensibilizzare il settore e provare a ridurre il drammatico bilancio degli infortuni.
La mappa dei rischi ? Stando allo studio presentato su un campione di soggetti, sono fretta, stanchezza e inesperienza, oltre al mancato utilizzo dei Dpi (Dispositivi di protezione anticaduta) e una errata valutazione del rischio ad essere le cause principali degli incidenti.
Quello del montaggio di tende da esterni è oggi da considerare un lavoro in quota: salendo su scale portatili o cavalletti e superando così l’altezza dei normali parapetti e balaustre di protezione, l’installatore si espone al rischio di caduta dall’alto.
Dall’indagine emerge che anche i Dpi sono elementi fondamentali tra i fattori che influiscono sui comportamenti di sicurezza: per il 75% degli intervistati il mancato utilizzo dei Dpi e legato al fatto che sono ritenuti una complicazione per il lavoro da svolgere. In quest’ottica, a margine dello studio, è stata presentato in anteprima al Forum, da Giuseppe Lupi, presidente dell’Aipaa un sistema innovativo di ancoraggio con brevetto europeo che permette di far ancorare irettamente a un palo l'operatore prima di mettersi in un'area di rischio (cioè quando è ancora a terra), evitando quindi una prima fase di in cui l'operatore non è protetto dai rischi di caduta dall'alto.
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