Un Paese da modernizzare, in grado di colmare il gap di modernità, innovazione e tecnologia che ci separa dalle realtà produttive più evolute e sviluppate. Indicod-Ecr presenta i nuovi sistemi per lo scambio elettronico dei dati da estendere presto anche ad altri settori.
L’andamento del settore, la necessità di innovarsi e come ‘uscire’ dalla crisi, di questo e di molto altro si è discusso a Milano lo scorso 28 gennaio 2009 durante il convegno annuale dal titolo “Oltre la crisi: modernizzare il Paese. Il contributo del largo consumo” che ha visto riuniti più di 500 imprenditori e manager dell’industria e della distribuzione, insieme ad importanti esponenti delle istituzioni e della stampa. Il convegno è stato l’occasione per dibattere sul tema della modernizzazione del Paese nell’attuale contesto di crisi economica globale e sulle possibili vie proposte dal mondo del largo consumo per innovare e dare nuovi stimoli di sviluppo al sistema. Durante il convegno sono stati inoltre presentati i risultati dell’indagine “Quale modernità per il Paese?” realizzata da Ispo per Indicod-Ecr con l’obiettivo di analizzare le percezioni degli Italiani sul futuro del Paese e della sua modernizzazione.
“La congiuntura mondiale manifesta forti tensioni e incertezze. Proprio in queste condizioni è vitale per un Paese moderno trovare nuove vie per innovare e recuperare competitività a beneficio di imprese e cittadini” ha sottolineato Giuseppe Brambilla Di Civesio, Presidente di Indicod-Ecr e Amministratore Delegato del Gruppo Carrefour Italia, nel suo intervento di apertura. “Una crisi sentita profondamente anche dalle imprese del largo consumo, intervistate in occasione dell’VIII edizione del nostro Osservatorio economico: dalla rilevazione emerge una significativa discesa del clima di fiducia che da 82.1 (dato del 1° semestre 2008) scende a 72.3 (il dato più basso degli ultimi quattro anni), accompagnata da una riduzione del giro d’affari di circa due punti percentuali. Le aspettative per il prossimo futuro, pur rimanendo negative sul clima di fiducia generale (76.7), mostrano una visione più ottimistica relativamente alla tenuta del business del proprio settore (92.2). Guardare al di là della crisi è oggi un passo di grande coraggio, che deve spingere il Paese e le imprese ad innovarsi. L’innovazione rappresenta un elemento fondamentale per la modernità di un Paese: anche l’89% delle imprese del largo consumo coinvolte nella ricerca lo ha riconosciuto. Il 2009 rappresenta per tutti un anno di forte impegno, dove Indicod-Ecr sarà al fianco delle imprese per implementare le soluzioni e i servizi che possono aumentare la loro competitività e farle andare incontro alla modernizzazione”.
“La crisi accentua l’esigenza di innovare e di eliminare tutto ciò che genera inefficienza” ha continuato Bruno Aceto, Direttore Generale di Indicod-Ecr. “Ci sono grandi opportunità di miglioramento da cogliere nelle soluzioni Indicod-Ecr, per ridurre i costi della filiera e per migliorare lo scambio di informazioni e merci. E l’impatto sull’efficienza del sistema e del Paese sarà davvero significativo. Basti pensare che il largo consumo in Italia, rappresentato quasi totalmente dalle 34.000 imprese nostre utenti, sviluppa il 5,3% del Pil, impiega 1.140.000 persone e conta 35.000 punti vendita, per intuire quale grande valore per il sistema possa generare ogni inefficienza rimossa e ogni risparmio raggiunto. Solo per lo scambio e l’allineamento delle informazioni sui prodotti tra imprese industriali e distributive, il costo per processare un errore varia dai 15 ai 50 euro; oltre ad eliminarlo, l’adozione di un sistema condiviso per la sincronizzazione dei dati come il Catalogo elettronico di Indicod-Ecr può generare grandi benefici: ad esempio, una riduzione del 7% del tempo nella gestione amministrativa e un abbattimento del 4% dei fuori stock. Sono numeri che fanno capire quanto sia importante che le imprese adottino l’innovazione che Indicod-Ecr crea per loro”. Bruno Aceto ha inoltre presentato Indicod-Ecr Servizi, “una nuova società di servizi - ha detto - che ci permetterà di andare ancora di più incontro alle aziende e offrire un aiuto concreto all’adozione delle nostre soluzioni”.
Gli Italiani ritengono che la chiave della modernità stia nell’innovazione. Renato Mannheimer, Presidente dall’Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione, ha presentato i risultati della ricerca “Quale modernità per il Paese?” realizzata per Indicod-Ecr, dai quali emerge che il concetto di “modernità” viene associato prevalentemente a “tecnologia” e “progresso” (secondo il 70% circa degli intervistati). L’Italia è vista come un Paese solo potenzialmente moderno, che non sfrutta a pieno le sue capacità (solo il 38% degli intervistati identifica l’Italia come moderna o abbastanza moderna). Un ruolo importante nella spinta al cambiamento e alla modernizzazione viene riconosciuto alle imprese (oltre il 70% degli intervistati lo condivide). Agli occhi degli Italiani, il sistema del largo consumo ha, invece, un livello di modernità più elevato rispetto a quello generale del Paese: il 67% riconosce la Gdo come moderna o abbastanza moderna e il 46% fa lo stesso con le imprese di produzione.
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