Il mercato dell’acciaio, dopo i picchi record dei prezzi nella
prima metà del 2008 (+80% in media in sei mesi) e le recenti corpose correzioni ribassiste (-40% in media tra settembre ed ottobre), sarà pronto a riprendere quota, ma solo nella seconda metà del 2009, forte di un consumo globale in continua ascesa.
Questo il messaggio lanciato sabato 25 ottobre a Stresa in occasione dello Steel Net Forum organizzato da Assofermet (l’associazione italiana dei commercianti di acciaio,
rottami ferrosi, metalli e ferramenta presieduta da Roberto Lunardi) e da Eurometal (associazione europea dei commercianti di prodotti siderurgici) cui hanno preso parte
oltre 300 imprenditori italiani ed esteri.
«Il 2008 – ha detto Andrea Gabrielli, presidente di Assofermet Acciai - è stato l’anno degli eccessi perché nei primi dieci mesi dell’anno abbiamo assistito a fenomeni di crescita e di calo rapidissimi dei prezzi, con forti differenziali tra i contratti a lungo termine e tra i diversi mercati geografici». Questi trend «sono stati provocati da fenomeni esogeni, difficilmente prevedibili e controllabili». «Per l’anno prossimo - ha detto Gordon Moffat, direttore di Eurofer (l’associazione dei produttori siderurgici europei) anche il settore dell’acciaio risentirà del rallentamento dell’edilizia e dell’automotive. Nel primo e nel secondo trimestre il consumo reale scenderà del 3,5-4% e la debolezza permarrà anche nel terzo trimestre». Poi, «il calo si fermerà nell’ultimo trimestre». Secondo il direttore, «le stime prudenziali anticipano una domanda reale in calo del 2%, mentre quella
apparente subirà una riduzione del 6% annuo. – ha concluso Moffat -, concentrata nei primi tre trimestri. Nel quarto si verificherà un +4%».
Più efficienza e riduzione drastica dei costi è la strada suggerita da Jacques Dham, presidente di Eurometal e di ArcelorMittal Distribution, secondo cui «abbiamo
già vissuto le crisi del 1972, 1993 e del 2003. Oggi, rispetto ad allora, il comparto è solido e viene da quattro anni memorabili». Perciò «bisognerà andare incontro al 2009
– ha continuato - affilando tre armi: l’efficienza dei costi, l’attenzione ai clienti e la sicurezza. Necessario poi disinvestire nelle attività non redditizie, fare attenzione ai magazzini, congelare le spese e prestare attenzione ai rapporti con le banche». In pratica, «raggiungere i livelli più bassi di costo».
Gli ha fatto eco Antonio Marcegaglia, amministratore delegato di Marcegaglia Spa: «Il 2009 sarà l’anno del compratore – ha spiegato -. Dopo un primo trimestre con una domanda fortemente ridimensionata, nel secondo e nel terzo trimestre la situazione migliorerà e nel quarto ci sarà la ripresa». I consumi, nel complesso, scenderanno ma «dopo 4 anni come quelli che abbiamo appena passato, anche un calo del 2-4% della domanda non è un dramma». I bilanci delle aziende, infatti, «sono sani e anche il 2008 si chiuderà con un miglioramento di redditi e volumi». Per quanto riguarda la distribuzione italiana, «ci sono due delle quattro condizioni per internazionalizzarsi, ovvero il capitale e la capacità di affrontare i rischi. La terza è il management, per la quale si potrà ricorrere al mercato». Per la quarta, ovvero le
“dimensioni” aziendali, si potranno trovar diverse soluzioni perché «si potrà continuare a vivere nell’ambito locale – ha concluso -, ma oggi le potenzialità di crescita sono soprattutto all’estero e non si può lasciar scappar via questa possibilità». «C’è stata una volatilità straordinaria anche per rottame e ghisa – ha rincarato Romano Pezzotti, presidente di Assofermet Rottami -. L’economia sta attraversando una fase negativa, ma in futuro ci sarà ancora carenza di materie prime: il ciclo positivo dell’acciaio non è finito». Ma non c’è solo l’Italia e l’Europa nel mondo dell’acciaio. «Cina ed Europa sono complementari nel mondo dell’acciaio» è intervenuta Yuan Lei, console economico e commerciale della Repubblica Popolare Cinese a Milano. «La Cine e l’Europa sono già interconnesse con relazioni intense nell’acciaio così come nell’economia nel complesso». In particolare, nel settore siderurgico «l’Europa esporta in Cina acciai di alta qualità, la Cina vende in Europa acciai base». Ecco perché «la Cina non invaderà l’Europa. Puntiamo infatti – ha continuato il console – a soddisfare i nostri fabbisogni interni,mentre non è nostro interesse sovrapporci all’industria europea. Dialogo e cooperazione saranno gli strumenti per risolvere eventuali problemi commerciali».
nella foto la sede di Assofermet
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