Quella di Kölnmesse è stata un'iniziativa a sorpresa, in grande stile e tutto sommato gradevole perché incoraggiante: prima (in occasione dell'Eisenwarenmesse 2014) è stato distribuito agli operatori italiani l'arcinoto questionario con domande mirate a scoprire se nel nostro Paese ci sia spazio per una fiera della ferramenta, che inizialmente si sarebbe dovuta tenere nel 2015 (in concomitanza con l'Expo di Milano), mentre ora sembra che la prima edizione si svolgerà solo nel 2017.
Il mercato, dunque, sta cercando un'alternativa all'Eisenwarenmesse di Colonia? Ciò ha spinto l'ente organizzatore della fiera tedesca a svolgere questa indagine, mirata esclusivamente sugli espositori italiani (i più propensi ad accettare sfide che li possano aiutare a uscire dalla crisi che li “perseguita” dal 2008). Nei giorni in cui venivano valutate le risposte delle aziende italiane al questionario non era ancora conclamata la traumatica deflazione (e la susseguente stagnazione) che ha coinvolto anche e sopratutto il mercato tedesco, rallentando così la potente locomotiva europea. Oggi, invece, alla deflazione si sono aggiunte anche le tensioni tra Russia e Ucraina, che hanno portato a un crollo verticale delle esportazioni. Di conseguenza, le aziende hanno dovuto rivedere le proprie strategie, con piani mirati ai mercati “a chilometro zero” o quasi.
L'obiettivo dell'iniziativa è la tutela del Made in Italy. Kölnmesse vuole dunque porsi come un tutor straniero a salvaguardia del prodotto italiano: un atteggiamento molto altruista, ma troppo individualista. Perché, invece, gli organizzatori dell'Eisenwarenmesse non hanno pensato a stringere una collaborazione con realtà italiane già operanti sul mercato, pronte a cedere la propria leadership in cambio di denaro?
Per la prima volta dal Dopoguerra, un ente fieristico straniero valuta la possibilità di “esportare” la propria esperienza all'estero per organizzare un evento espositivo, replicando un modello già perfettamente funzionante da molti anni nel proprio Paese. I propositi, assolutamente positivi, di protezione del “Made in Italy” ci consolano. Organizzare una fiera alternativa a FerExpo per promuovere i prodotti italiani è molto europeo, ma poco trading system. D'altro canto, poi, non è così scontato che gli italiani abbiano bisogno di un “tutor” straniero per difendere la propria produzione.
I risultati del questionario sottoposto alle nostre aziende nel corso dell'Eisenwarenmesse 2014 non hanno portato alla definizione di un quadro della situazione omogeneo, perciò Kölnmesse continuerà a sondare il terreno. La vicenda merita di essere seguita: vedremo se l'ente fieristico giocherà l'asso nella manica nel 2017 o preferirà continuare a operare nel più rassicurante territorio tedesco
Il Direttore
Camilla Francesca Galimberti
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