Nello scorso numero di Ferramenta 2000, all’interno del dossier sul garden nei punti vendita tradizionali, è emerso anche il dinamismo dei grossisti, la cui attenzione sui prodotti da giardinaggio nelle ferramenta è sempre più alta.
Fra quelli che hanno visto crescere il proprio business ci sono cinque operatori. “Il nostro gruppo si è maggiormente specializzato nel giardinaggio, con l’inserimento di una gamma ancora più approfondita e questo è alla base dell’incremento di fatturato”, afferma Paolo Viglietta, amministratore delegato di Viglietta Matteo, Vuemme e Ferramenta Sardo Piemontese. “D’altra parte, la necessità di fare numeri e la maggiore concorrenza nel perdurare di una crisi di mercato, ci ha costretto a ridurre le ricariche. L’ampliamento della nostra gamma ha fatto sì che gli utilizzatori finali siano non solo gli hobbisti, ma anche i giardinieri professionisti”. Michele Giudice, responsabile commerciale di DFL, spiega che “il giardinaggio è tra le famiglie più assortite. Ciò comporta un’incidenza apprezzabile e in crescita delle vendite di tale comparto sull’intero volume d’affari. I margini sono invece invariati perché i prezzi devono essere più competitivi di fronte a un calo della propensione all’acquisto. La domanda finale è peraltro alimentata da consumatori e hobbisti orientati alla richiesta di prodotti a basso contenuto di prezzo, mentre soffrono quelli professionali”. Dal canto suo, Michele Raselli, amministratore delegato di Machieraldo Gustavo, sottolinea che “la quota del giro d’affari nel garden nel dettaglio di ferramenta è aumentata di circa tre punti percentuali grazie alla qualità delle macchine da giardino che trattiamo.
Per converso, i margini sono sempre più risicati perché sul mercato si trovano prodotti similari con qualità inferiore e venduti a prezzi inferiori”. Maurizio Bresciani, responsabile ufficio acquisti divisione ferramenta di Figli di Pietro Rodeschini, afferma che “una buona performance che ci ha garantito un incremento delle quote del garden sulle vendite complessive. D’altro canto, i margini sono rimasti stabili e per alcune linee di prodotto sono leggermente diminuiti. Questo trend è condizionato dalla massiccia presenza della GDS”. L’ufficio marketing di Ferritalia sottolinea “un incremento del giro d’affari, a fronte però di un calo dei margini. Il risultato dipende dal fatto di aver introdotto nuove linee di prodotto ad alto contenuto di valore in seguito però a un’inferiore capacità di spesa da parte dei consumatori”.
Sergio Capaldo, responsabile business unit di Antonio Capaldo, conferma “la stabilità delle vendite a fronte di un consistente calo dei margini. Su questa performance pesa l’aumento dei prezzi di acquisto degli articoli, mentre diminuiscono quelli di vendita”. Anche Flavio Cilli, responsabile commerciale di Cilli, sostiene che “i nostri risultati si sono stabilizzati in confronto a un assottigliamento dei margini. La spiegazione di tale andamento dipende dal calo dei consumi, che ha portato la distribuzione a far leva sul fattore prezzo per recuperare le vendite”. Pietro Aldé, amministratore delegato di Safit, evidenzia “una stazionarietà delle nostre quote di vendita di articoli da giardinaggio sul giro d’affari complessivo, mentre i margini fanno registrare una leggera riduzione. Su questo risultato pesa la maggiore concorrenza presente nel settore”. Giovanna Posio, legale rappresentante di Fratelli Posio, rileva “una stazionarietà dei nostri risultati. La tendenza è analoga nel caso dei margini di guadagno. Ciò dipende dalle condizioni del mercato, che negli ultimi due anni è rimasto piatto”. Anche Giuseppe Macchia, titolare di Macchia & Sforza, registra “la stabilità delle quote di fatturato. Inoltre, non si sono verificati mutamenti significativi dal punto dei vista dei margini. Questo risultato dipende dall’eccessiva meditazione negli acquisti da parte del cliente finale”. Stefano Lancerotto, responsabile acquisti di Polato Ferramenta, evidenzia che “siamo riusciti a conservare i risultati. La percentuale del giro d’affari di articoli da giardinaggio al dettaglio tradizionale è stata stabile rispetto allo scorso anno e anche i margini non hanno fatto osservare alcuna variazione”.
C’è chi ascrive le difficili condizioni delle vendite alla situazione meteorologica. A tale proposito Gloriano Mondaini, responsabile commerciale di La Ferramenta, chiarisce che “la quota del comparto garden realizzata sul giro d’affari totale non è cambiata. Anche i margini sono invariati. Riteniamo che nel 2013 la mancata crescita del garden sia dovuta alle condizioni climatiche avverse che hanno fatto partire in ritardo gli acquisti del materiale di giardinaggio da parte dei nostri clienti”. Su questo argomento aggiunge qualche particolare Carlo Ventura, amministratore di Setti Ferramenta, che afferma: La gamma e i volumi sono immutati. Va peraltro precisato che l’80% del giro d’affari è destinato agli utilizzatori finali e il restante 20% passa attraverso il canale dei dettaglianti, che però acquistano soltanto sul venduto. Quanto alla tendenza dei prezzi osserviamo un calo generalizzato per alimentare gli acquisti da parte della clientela. Nell’ultimo periodo si è però notato un ritorno all’acquisto del prodotto di buona qualità e di marchio rinomato, preferendo la qualità al prezzo. Fra chi si è affacciato di recente nel giardinaggio vi è Barbero Pietro.Stefania Fiora, membro del consiglio di amministrazione del grossista milanese, spiega che “la divisione giardinaggio Barbero è nata nel 2012 con una linea di prodotti per irrigazione e taglio personalizzata e con un packaging particolarmente curato e che si integra con le altre nostre linee dedicate alla ferramenta e ai DPI. Pur se rappresenta già una quota interessante, un vero e proprio bilancio dell’andamento delle vendite di questi prodotti potrà essere stimato a fine 2014”. Fra chi ha registrato un calo dei risultati vi sono Orion e Sipafer. Franca Galipò, responsabile ufficio acquisti di Sipafer, evidenzia “una leggera contrazione nei nostri risultati di vendita”. Ilario Taddei, titolare di Orion, osserva che “il garden rappresenta una buona quota del nostro giro d’affari, anche se fra il 2012 e il 2013 si è registrata una leggera battuta d’arresto sul fronte di ricavi e margini.
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