Nonostante la forte contrazione registrata da tutti i principali indicatori economici, nel 2009, l’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot, automazione e tecnologie ausiliarie ha mantenuto il quarto posto nella classifica mondiale dei produttori e la terza posizione tra gli esportatori.
La crisi finanziaria esplosa sul finire del 2008 si è duramente ripercossa sull’industria italiana di settore che, nel 2009, ha registrato calo di: produzione 4.093 milioni di euro (-30%), export 2.527 milioni di euro (-24,2%), consumo 2.333 milioni (-44,2%), consegne sul mercato interno 1.566 milioni (-37,6%).
Questo, in sintesi, il bilancio 2009 che è stato illustrato questa mattina da Giancarlo Losma, presidente UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, alla presenza di Vincenzo Boccia, presidente Piccola Industria di Confindustria, e di Angelo Tantazzi, presidente PROMETEIA.
Generale è il miglioramento previsto dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE che evidenzia, per il 2010, una crescita, seppur lieve, di tutti i principali indicatori economici relativi al comparto.
Secondo le previsioni, nel 2010, infatti, la produzione dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot, automazione e tecnologie ausiliarie tornerà a crescere attestandosi a quota 4.345 milioni di euro, per un incremento del 6,2% rispetto al 2009.
L’inversione di tendenza sarà resa possibile principalmente dalla risposta dei mercati stranieri. In crescita del 6,1%, l’export italiano di macchine utensili si attesterà a 2.680 milioni di euro.
Parimenti, le consegne dei costruttori sul mercato domestico saliranno a 1.665 milioni di euro, segnando un incremento del 6,3%, trainate dalla ripresa del consumo che, in crescita dell’11,7%, raggiungerà quota 2.605 milioni di euro.
“Nonostante il quadro di generale miglioramento – ha affermato Giancarlo Losma, presidente UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE – resta alto il timore per un’improvvisa ricaduta, anche in considerazione dell’andamento ancora altalenante della raccolta ordini. Ciò che preoccupa maggiormente i costruttori è la debolezza del mercato interno la cui domanda beni strumentali si è soltanto leggermente risollevata grazie all’effetto Tremonti-Ter”.
“Proprio in ragione di ciò - ha sottolineato Giancarlo Losma – l’associazione intende ribadire, ancora una volta, la necessità di prolungamento del provvedimento di detassazione degli utili reinvestiti in macchinari a alta tecnologia. In particolare – ha continuato Losma – chiediamo che lo strumento, la cui scadenza è fissata per oggi, sia reso applicabile agli investimenti in macchine ordinate entro la fine di ottobre e consegnate entro la fine di dicembre di quest’anno”.
“Detto questo - ha aggiunto il presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE - continueremo a focalizzare i nostri investimenti in innovazione, di prodotto e processo, e internazionalizzazione, consapevoli del fatto che tali attività non possono però prescindere dalla crescita dimensionale”.
In ragione di ciò, sempre più le aziende guardano a nuove formule di collaborazione: dalla creazione di reti di imprese, grazie alle quali condividere costi relativi a funzioni anche strategiche, alle joint venture con partner stranieri per entrare in mercati lontani, alle vere e proprie forme di aggregazioni societarie.
“Per questo motivo chiediamo agli organi di governo la neutralizzazione fiscale dei processi di aggregazione tra imprese. Oltre a questo, importantissimo è il sostegno allo sviluppo di holding settoriali in grado di aggregare sotto un unico cappello imprese di piccola-media dimensione appartenenti a uno stesso comparto”.
In questo modello, pubblico e privato sono partner strettamente legati tra loro: cassa depositi e prestiti, istituti di credito, istituzioni e privati divengono attori di progetti di rilancio e poi sviluppo di nuove e più solide realtà imprenditoriali capaci di meglio operare in un contesto di competizione globale.
“Considerato poi il delicato momento che il sistema economico mondiale sta vivendo, chiediamo il posticipo dell’introduzione dei nuovi criteri previsti da Basilea 3. D’accordo sulla necessità di definizione di regole finanziarie e principi condivisi utili a scongiurare il ripetersi di quanto accaduto sul finire del 2008, non possiamo però rischiare che un effetto restrittivo sul credito alle imprese freni la tenue ripresa in atto”.
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