Un quadro non certo incoraggiante, soprattutto per i consumatori, quello presentato dall'associazione Altroconsumo sul tema della garanzia di conformità. Mancanza di trasparenza, resistenza ad applicare la norma, tempi d'attesa troppo lunghi da parte dei centri assistenza e scarsa conoscenza dei propri diritti da parte dei consumatori.
Dall'analisi di 685 segnalazioni, giunte dal febbraio al giugno 2009 ai giuristi dell'associazione sul tema della garanzia di conformità, ne è emerso uno studio presentato presso la Camera di Commercio di Milano, che rientra nell'ambito di Rendiamoci conto, un progetto di sensibilizzazione dei consumatori in collaborazione con altre associazioni.
Dal 2002 è in vigore in Italia la norma (il decreto legislativo 24/2002, oggi Codice del Consumo) che istituisce la garanzia di conformità sui prodotti in vendita: ai consumatori i venditori devono assicurare che il prodotto sia idoneo all'uso abituale e a quello voluto dal consumatore, che abbia qualità e prestazioni ragionevolmente attese dal consumatore e che corrisponda alla descrizione fatta dal venditore.
In assenza di uno solo di questi quattro requisiti il prodotto risulta non conforme e il consumatore ha diritto a riparazione o sostituzione del bene, o in alcuni casi riduzione del prezzo o risoluzione del contratto.
Tra i prodotti più spesso citati ai centralini di Altroconsumo: automobili (23%), cellulari (17%), prodotti di elettronica e computer (15%), elettrodomestici (12%). Dall'analisi del quadro emerge che i consumatori a mala pena conoscono i propri diritti - i dubbi vanno dai riferimenti della norma (33% dei casi) da segnalare al venditore, alla durata della garanzia (18%), dall'usato (18%) al difetto e ai ricambi (10%). Dall'altra parte del bancone i venditori, fin troppo consci delle proprie responsabilità, fanno resistenza, rendendo così inefficace la tutela del consumatore prevista dalla legge: il 40% delle volte rinviano al produttore, nel 35% dei casi fanno confusione con la garanzia commerciale, nel 15% dei casi si rifiutano di riparare o sostituire il prodotto e nel 10% dei casi forniscono buoni in cambio del far valere la garanzia.
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