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27/11/2009

LA FERRAMENTA IN EMILIA-ROMAGNA, PARLA L'ASSESSORE

Intervista all’Assessore al Turismo e Commercio, Guido Pasi, dell'Emilia Romagna

La ferramenta tradizionale vive grazie a fattori quali l’offerta del servizio di vicinato e l’ubicazione storica, l’aumento dei margini e, in misura inferiore, la riduzione dei prezzi. Guido Pasi, assessore dell'Emilia Romagna, in un intervista con Ferramenta Portale affronta alcune tematiche legate alla distribuzione e alla logistica nel nostro settore...

Parlando di Grande Distribuzione Specializzata nel settore del “fai da te” (centri bricolage e giardinaggio), qual è stato il suo sviluppo negli ultimi anni?
Guido Pasi - Negli ultimi anni i punti vendita "fai da te" di grande dimensione e con un assortimento specializzato si sono radicati su tutto il territorio nazionale, spesso ad opera di grandi gruppi imprenditoriali stranieri e questo è accaduto anche in Emilia-Romagna. Le ragioni sono molteplici: in particolare, si rileva che le forme tipiche della Grande Distribuzione prevedono una maggiore ampiezza di gamma rispetto ai dettaglianti di piccole dimensioni – potendo contare su spazi più ampi – una maggiore libertà di movimento per il consumatore, a volte prezzi più bassi, nonché una maggiore comodità legata all’ubicazione in zone di grande viabilità e con ampi parcheggi a disposizione. E’ vero però che la grande distribuzione non riesce ad offrire il servizio che il dettaglio tradizionale è in grado di garantire. Una parte della domanda è, però, maggiormente sensibile al prezzo rispetto ai servizi pre e post vendita.


Per contro, quale attenzione ed importanza si è data all’esistenza ed al ruolo dei canali distributivi tradizionali (come ad esempio i negozi di ferramenta)?
Guido Pasi -In questi ultimi anni i comportamenti e le scelte dei consumatori di articoli di ferramenta, di bricolage e di giardinaggio, sono profondamente cambiati. Il cliente finale mostra una maggiore soggettività ed autonomia nelle proprie scelte d’acquisto, rivelandosi sempre più competente e con esigenze sempre più differenziate. In tale scenario i piccoli rivenditori devono evolversi e compiere un deciso salto di qualità, muovendosi lungo direttrici diverse. Le modalità di adattamento della formula sono, evidentemente, diverse in relazione al contesto di mercato in cui è inserita: nei grandi centri urbani, ad esempio, i negozi tradizionali di ferramenta risentono maggiormente della concorrenza delle grandi superficie specializzate e dei grandi punti vendita despecializzati.
La ferramenta tradizionale è riuscita finora a restare sul mercato grazie a fattori quali l’offerta del servizio di vicinato e l’ubicazione storica, l’aumento dei margini e, in misura inferiore, la riduzione dei prezzi. Molti punti vendita hanno, inoltre, ampliato l’assortimento alle categorie dei casalinghi, del colore e delle vernici. Ma, il principale punto di forza è da ricondurre, con molta probabilità, all’esperienza e alla capacità di svolgere un’attività di consulenza ed assistenza durante e dopo la vendita di prodotti, in molti casi, problematici e sui quali, di conseguenza, è necessario fornire un’adeguata consulenza.
Non va sottovalutato, peraltro, il peso assunto dai clienti professionali nella quota di vendita del canale tradizionale. Molto importanti, agli occhi del consumatore professionale, sono infatti il servizio e l’assistenza durante e dopo la vendita. Questa tipologia di consumatore, di conseguenza, preferisce acquistare i prodotti di ferramenta nel punto vendita tradizionale, dove può trovare una buona profondità di gamma, un’ottima qualità, consulenza, assistenza ed un alto livello qualitativo dei prodotti. Nonostante le grandi superfici specializzate stiano raggiungendo una buona profondità di gamma, l’assortimento, orientato prevalentemente al consumatore hobbista, è ancora composto da prodotti meno tecnici e meno complessi. A ciò si aggiunge il fatto che le grandi superfici applicano un prezzo unico per tutti gli utenti, mentre il punto vendita tradizionale tende a discriminare le condizioni d’acquisto a favore dell’utente professionale che acquista grandi quantità di merce. Un’altra strada che il rivenditore tradizionale potrebbe intraprendere è quella dell’associazionismo con altri dettaglianti ed, eventualmente, anche con i grossisti, traendo beneficio dalle sinergie che ne deriverebbero e dai vantaggi riconducibili alla centralizzazione degli acquisti, ai servizi comuni ad ogni punto vendita, all’utilizzo di insegne comuni e al ricorso a pubblicità e promozioni in comune.

Dal suo punto di vista, ci sono stati grandi mutamenti nelle condizioni del mercato?
Guido Pasi - Nonostante la notevole espansione delle grandi superfici specializzate, il settore della ferramenta in Emilia-Romagna è ancora caratterizzato da una struttura distributiva fortemente polverizzata. In particolare, in tutte le province dell’Emilia Romagna, ad eccezione di Bologna dove il peso degli specializzati di grandi dimensioni prevale su quello degli altri, l’offerta appare polverizzata in una molteplicità di punti vendita di piccole dimensioni. Tuttavia, il piccolo punto vendita che riuscirà, nel lungo periodo, ad emergere ed affrontare la concorrenza dei competitors più grandi sarà quello che non avrà guardato alla Grande Distribuzione come un antagonista di prezzo, ma che l’avrà affrontata cercando di prevalere su aspetti come il livello di servizio e di consulenza. Il rapporto umano e tutti i servizi aggiuntivi che solo il piccolo punto vendita tradizionale può offrire giustificheranno i prezzi superiori di vendita nei confronti del cliente.
In questi ultimi anni, i comportamenti d’acquisto e di consumo del consumatore di prodotti di ferramenta sono profondamente cambiati. Il cambiamento naturale, legato al mutare delle proprie abitudini di vita e di consumo, è stato accompagnato anche da alcuni fattori esterni, tra i quali l’avvento della distribuzione moderna nel “food”, che ha sensibilizzato notevolmente il consumatore, il quale si attende la stessa varietà di servizi che può trovare nel settore alimentare anche con riferimento ai prodotti di ferramenta. A ciò si affianca la crescente importanza della figura femminile, soprattutto con riferimento i comparti decorativi, della casa e del giardinaggio, oltre al notevole aumento dei consumatori anziani che si dedicano al bricolage per hobby.
Il negozio di ferramenta tradizionale deve, quindi, puntare ad essere un luogo dove il consumatore non viene a cercare un determinato prodotto, ma viene per trovare delle soluzioni ai propri problemi, rivolgendosi alla Grande Distribuzione per quei prodotti su cui ha un’idea ben precisa e per i quali non abbia bisogno di ricevere un buon consiglio sulla soluzione da adottare.



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