Dati alla mano la “crisi” ha colpito pesantemente il settore delle tecnologie per la lavorazione del legno e dei suoi derivati. Ma l’ottimismo per il futuro non manca e i primi segni di ripresa si vedranno già nei prossimi anni. Nel periodo gennaio-marzo – preso in esame dalla consueta indagine curata dall’Ufficio studi di Acimall, l’associazione che raccoglie i costruttori italiani, sulla base di un campione statistico rappresentativo dell’intero settore, sia dal punto di vista dimensionale che della tipologia produttiva – si è registrato un calo degli ordini del 54,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008. Un dato “pesante”, che vede la flessione degli ordini dall’estero attestarsi a meno 56 per cento e il mercato interno a meno 50,6 per cento. Nel periodo in esame i prezzi hanno registrato mediamente un lieve calo (meno 0,1 per cento), mentre il periodo di produzione assicurata, al termine del primo trimestre 2009, è pari a 1,3.
Inoltre, dall’indagine Acimall è emerso che il 90 per cento degli intervistati indica un trend della produzione negativo e il 10 per cento stabile. Il dato più preoccupante è che nessuno dichiara un livello produttivo in crescita. L’occupazione viene considerata stazionaria dal 50 per cento del campione, in calo dal restante 50 per cento. Le giacenze risultano stabili nel 57 per cento dei casi, in diminuzione nel 26 per cento e in crescita nel rimanente 17 per cento.
Nonostante il forte calo del comparto, sono emersi anche importanti positivi che paiono indicare una ripresa di fiducia, soprattutto per quanto riguarda il mercato estero. Il clima negativo che ha dominato gli ultimi mesi del 2008 e il primo scorcio del 2009 sembra dunque lasciare spazio a un moderato ottimismo. Gli ordini dall’estero registreranno un aumento secondo il 30 per cento del campione, mentre per il 40 per cento rimarranno stazionari. Il restante 30 per cento prevede un calo (il saldo è pari a 0). Crescita sul mercato interno secondo il 17 per cento degli intervistati, con un 40 per cento che propende – invece – per un ulteriore calo. Per il restante 43 per cento degli intervistati le vendite interne manterranno un livello stabile (il saldo negativo è pari a 23).
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