Dalla prima edizione di Technodomus, il Salone delle tecnologie per la lavorazione del legno e componenti per l'edilizia, parla il presidente di Acimall, Ambrogio Delachi: "Sei imprese su dieci prevedono nel 2009 una ulteriore contrazione. Manca una politica di sostegno alla meccanica strumentalee il sistema creditizio è cronicamente incapace di interpretare le nostre necessità.
Dovremo ancora una volta uscirne fuori da soli”.
Era atteso l’intervento del presidente di Acimall, l'associazione fra imprese che producono macchine per la lavorazione del legno aderente a Confindustria che rappresenta le 220 imprese che realizzano il 90 per cento della produzione nazionale.
"Le tecnologie per il legno - ha detto Delachi - sono una eccellenza del 'made in Italy', forti di 12mila addetti, una produzione pari a 1,85 miliardi di euro nel 2008 e una quota export dell'84 per cento. Il 2008, secondo i dati a preconsuntivo elaborati per il periodo gennaio-novembre, dovrebbe concludersi in leggera flessione".
Da Acimall arriva anche i una visione d’insieme del comporta grazie alla pubblicazione dei dati dell'indagine congiunturale relativa al quarto trimestre 2008. "I dati vedono una contrazione degli ordini del 38,8 per cento (estero -39,2, Italia -7,8 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2007. Complessivamente, nel 2008 i prezzi sono aumentati in media dell'1,3 per cento", racconta ancora Delachi.
"Innegabile – continua il presidente Delachi - il pesante effetto dell'andamento dell'economia mondiale nel comparto delle tecnologie per il legno. Oggi è assolutamente impossibile prevedere la fine di questo ciclo. Non avere alcun riferimento temporale rende estremamente difficile per le aziende programmare correttamente le azioni necessarie a superare l'attuale congiuntura. L'assenza di una incisiva politica di sostegno a favore della meccanica strumentale, accompagnata da una cronica incapacità del sistemo creditizio di interpretare le necessità del nostro settore, non facilita certo le cose. Ancora una volta, dunque, dobbiamo contare quasi esclusivamente sul nostro spirito imprenditoriale.
Da parte nostra è comunque doveroso fare una ampia disamina anche dei nostri errori e trarne i dovuti insegnamenti, così da evitare di ripeterli. Il tutto nella piena consapevolezza che, alla fine di questo ciclo negativo, il contesto in cui ci troveremo a operare sarà profondamente mutato e, pertanto, profondamente cambiate dovranno essere le nostre aziende e il modo di condurle".
Nell'ultimo triennio la produzione italiana di macchine e utensili per la lavorazione del legno è rimasta sostanzialmente stabile, intorno a quota 1.850 milioni di euro, oltre l'80 per cento grazie all'export (saldo positivo della bilancia commerciale di settore di oltre 1.300 miliardi).
Dall’indagine qualitativa sui primi mesi del 2009 e condotta fra le industrie del settore arrivano anche altri dati sul camparto:
il 63% degli intervistati prevede una ulteriore contrazione della produzione, il 30% stabilità, il 7% una crescita.
Sui rimanenti temi:
Occupazione: 50% stabilità, 47% contrazione, 3% crescita;
Giacenze: 47% stabilità, 30% contrazione. 23% crescita.
Ordini esteri: 33% stabilità, 67%: contrazione, nessuno prevede una crescita.
Situazione analoga per il mercato interno.
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