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12/03/2009

IL PIANO DEL GOVERNO PER LANCIARE L’EDILIZIA

Più cemento e 5.000 nuove case. Aumenti di cubatura, semplificazione della burocrazia, sconti fiscali. Ecco il piano-edilizia del governo

È intenzione del governo far ripartire l’economia e con essa l’edilizia. L’annuncio di Silvio Berlusconi è chiaro: “il prossimo Consiglio dei ministri (quello di oggi ndr) avrà effetti straordinari sull'edilizia". Un piano-casa che prevede un investimento di 550 milioni di euro per far ripartire l’edilizia abitativa. Ecco un'anticipazione di quali saranno i punti principali del piano guida: una stanza in più per ogni abitazione; via libera all'abbattimento di vecchi edifici; sconti sulle tasse per ottenere dai Comuni il permesso di costruzione. E poi la costruzione di cinquemila nuovi appartamenti e la possibilità per un milione di inquilini di riscattare la casa popolare in cui abitano.
Il presidente del Consiglio parla addirittura di "rivoluzione" dell'edilizia scritta nero su bianco in una legge quadro di trenta cartelle.
Alcune Regione di centrodestra hanno già aderito al progetto, come il Veneto, la Sardegna si dice favorevole e la Lombardia annuncia un intervento a breve.

Ecco le misure chiave del testo

Un milione di nuovi proprietari, 5.000 alloggi.
L'obiettivo del governo è quello di costruire cinquemila nuove alloggi popolari, ma potrebbero salire a 6.000 le abitazioni interessate dal piano considerando anche gli interventi di ricostruzione. A riscattare gli immobili popolari in cui vivono, potrebbero essere un milione di inquilini.

Ampliamento di case. Le abitazioni private potranno essere ingrandite fino a un tetto massimo del 20% del volume esistente; per tutte le altre tipologie di edifici la soglia del 20% è in riferimento invece alla superficie coperta.

Sconti fisco. I Comuni potranno scegliere di ridurre il cosiddetto contributo di costruzione previsto per l'ampliamento del 20%. Sconto che salirebbe al 60% nel caso di prima abitazione. Si potrebbe addirittura arrivare all'esonero del contributo nel caso di uso di bioedilizia.

Richieste entro 2010. La richiesta di ampliamento deve arrivare entro il 31 dicembre 2010. Il provvedimento allo studio prevede anche la possibilità di realizzare un edificio separato nel caso in cui non sia materialmente o giuridicamente possibile realizzarlo in contiguità con il fabbricato esistente.

Demolizioni e ricostruzioni. Gli edifici realizzati anteriormente al 1989 che non siano adeguati agli standard qualitativi e che non siano sottoposti al vincolo di conservazione possono essere abbattuti e ricostruiti con un aumento della cubatura fino al 30%. Qualora gli edifici non siano residenziali la soglia è relativa alla superficie coperta. In entrambi i casi, il tetto salirebbe al 35% con l'utilizzo di tecniche di bioedilizia. All'interno di questo capitolo, poi, si starebbe ragionando sulla possibilità di rendere l'area originaria non edificabile nel caso in cui si decidesse di ricostruire in una zona diversa.

Rispetto del paesaggio. Paletti rigidi rispetto ai vincoli ambientali e paesaggistici e divieto assoluto di ampliamento per gli immobili abusivi.

Stretta su sanzioni - Multe per i casi più lievi e per contro una stretta delle sanzioni per chi interviene sui beni vincolati. Allo studio poi il ravvedimento operoso, fino a immaginare per i casi meno gravi l'estinzione dell'illecito, e la possibilità che l'accertamento di conformità e quello di compatibilità ambientale estinguano i reati.

Arriva certificato di conformità. Il ddl abolisce il permesso di costruire e lo sostituisce con una certificazione di conformità giurata da parte del progettista. Previsto poi l'ampliamento dei casi di denuncia di inizio attività, la rimodulazione degli interventi di edilizia libera.

Camera di conciliazione. Via libera alla valutazione preventiva degli interventi con gli uffici preposti e creazione di una Camera di conciliazione presso i comuni.

Semplificazione e tempi certi. Meno burocrazia per le procedure per il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica e indicazione di tempi certi per la conclusione del procedimento.

(Fonte www.repubblica.it 11 marzo 2009)



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