L’azienda ha celebrato la ricorrenza con una serie di iniziative che hanno coinvolto i partner italiani e internazionali e culminate nell’evento di gala con 350 ospiti. Il ceo Morselli: «Lavoriamo con passione e impegno e perseguendo la ricerca
della qualità, dell’innovazione e della sostenibilità, sempre verso nuove sfide»
Saper anticipare le esigenze dei mercati, garantire un’eccellenza produttiva e assicurare una risposta concreta a tutte le necessità dei clienti. È soprattutto la combinazione di questi fattori, una vera e propria sfida da affrontare quotidianamente, che ha caratterizzato fino a oggi l’attività di Emiliana Serbatoi, l’azienda fondata il 17 giugno 1983 da Gian Lauro e Giancarlo Morselli e diventata, nel tempo, una realtà leader a livello internazionale nel settore della produzione di serbatoi e sistemi di stoccaggio, trasporto e distribuzione del carburante, oltre che per i sistemi di controllo e di gestione dei rifornimenti.
Nei giorni scorsi, a esattamente quarant’anni dalla fondazione, l’importante ricorrenza è stata celebrata con una serie di iniziative che hanno coinvolto i principali partner dell’azienda e culminate con un evento di gala a cui hanno partecipato 350 ospiti provenienti dall’Italia e da tutto il mondo. «Dal 1983 a oggi è stato un percorso lungo ed emozionante – afferma il ceo Morselli –, un viaggio che non sarebbe stato possibile se non avessimo lavorato sempre con passione e impegno e perseguendo la ricerca della qualità, dell’innovazione e della sostenibilità». Oggi Emiliana Serbatoi, partita da un capannone nella periferia di Modena, «abita tutto il mondo – continua –, ha domicilio in tutti i continenti: grazie ai nostri commerciali e ai nostri tecnici che viaggiano ogni giorno e all’azione dei nostri dealer, presidiamo l’Italia e decine di Paesi all’estero. E puntiamo ad affrontare sempre nuovi mercati, continuando intanto a strutturarci nei territori in cui siamo già presenti».
Ecco perché questo “compleanno” «non costituisce un traguardo ma semplicemente un punto di partenza verso nuovi orizzonti e rinnovate sfide», riflette il ceo. Giusto tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, peraltro, l’azienda aveva partecipato per la prima volta a due nuovi saloni espositivi all’estero, “Agriplanta” in Romania e “Ire” in Olanda, arricchendo ulteriormente l’intensa attività fieristica che da sempre caratterizza l’azione commerciale e comunicativa di Emiliana Serbatoi.
L’evento celebrativo del quarantennale si è svolto nella suggestiva location di Villa La Personala, a Mirandola di Modena, dove gli ospiti hanno potuto vivere un’esperienza magica assistendo a giochi d’acqua, evoluzioni artistiche e interpretazioni musicali, fino all’immancabile epilogo, nella notte, sulla pista da ballo. Madrina della serata è stata la conduttrice televisiva Juliana Moreira, che ha guidato l’appuntamento con simpatia, mentre il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha inviato un video-messaggio di saluto, proiettato sul maxi schermo.
Naturalmente gli onori di casa sono stati fatti dal presidente Morselli, che, presentando sul palco la monografia realizzata per raccontare attraverso le immagini più significative i quarant’anni di attività di Emiliana Serbatoi, ha ricordato il percorso dell’azienda, dagli esordi poco più che artigianali fino ai vari step rappresentati dalla realizzazione di serbatoi, fissi e trasportabili, in acciaio e in materiale plastico, per lo stoccaggio e l’erogazione dei carburanti costruiti nel rispetto delle norme ministeriali, arrivando poi al lancio di sistemi tecnologici per il monitoraggio digitale e in tempo reale dei rifornimenti.
Tra i passaggi principali della storia aziendale, anche l’insediamento nel 2001 nello stabilimento di Campogalliano, collocato a pochi passi dall’imbocco dell’Autobrennero, «come se fosse una fiera permanente per i nostri prodotti», sottolinea Morselli, e il raddoppio degli spazi nel 2017; l’acquisizione di una business unit per la lavorazione dei prodotti a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, nel 2013; la partecipazione a fiere in tutti i continenti sin da metà degli anni Ottanta; l’attenzione all’impatto ambientale con l’adozione di materiali e processi sempre più “green”; la vicinanza alle istituzioni sanitarie nel periodo del Covid; gli investimenti sul welfare aziendali, declinati negli ultimi anni anche e soprattutto sul fronte sportivo, con la costruzione di una palestra e di un campo da padel.
La monografia sottolinea anche che nel tempo l’impresa ha ottenuti i “marchi di qualità” rilasciati dagli enti preposti: Emiliana Serbatoi presenta, infatti, svariate certificazioni a partire dalla Uni En Iso 9001:2015 e dalle approvazioni e omologazioni dei Ministeri italiani, svizzeri e statunitensi competenti in materia e da istituzioni accreditate a livello internazionale con Tuv, Bureau Veritas e Crif rating agency Cribis D&B; l’azienda, inoltre, è presente anche nella “White list” della Prefettura di Modena e a catalogo comprende numerosi prodotti con omologazione Adr e marcati Onu.
Oggi l’azienda, guidata saldamente da Gian Lauro Morselli, conta oltre un centinaio di dipendenti e ha raggiunto quote di fatturato che sfiorano i 38 milioni di euro, con una suddivisione del volume d’affari equamente spartita tra il mercato italiano e quelli esteri. «Abbiamo sempre cercato di cogliere prima degli altri – aggiunge il ceo – i segnali dei mercati per farci trovare pronti, con coraggio e dinamicità, con soluzioni che rispondessero ai nuovi standard nazionali e internazionali. Cultura del lavoro, rete di vendita, avanguardia tecnologica e assistenza tecnica puntuale animano la nostra attività quotidiana, con l’obiettivo di offrire ai clienti proporre prodotti affidabili e di qualità, capaci di resistere nel tempo, anche per decenni», precisa.
La serata si è conclusa col tradizionale taglio della torta: in questo frangente sul palco la proprietà è stata raggiunta dallo staff aziendale, per un brindisi comune «a certificare il fatto che siamo davvero una grande famiglia. Questo è uno dei principali elementi di forza di Emiliana Serbatoi», conclude Morselli.
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