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11/05/2020

Covid -19: La Fase II delle aziende delle ferramenta La parola a 3C Catene

Intervista a Walter Cortiana, Responsabile Commerciale dell’azienda

Walter Cortiana, Responsabile Commerciale dell’azienda

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come avete gestito l’emergenza Covid-19 e come vi siete organizzati per la Fase II?

Fin dal primo momento la nostra priorità è stata la tutela della sicurezza e della salute dei nostri dipendenti, dei clienti, dei fornitori e, in generale, di tutte le persone con le quali entriamo in contatto nell’ambito della nostra attività. In concreto questo ha voluto dire che già prima del lockdown abbiamo fornito ai nostri dipendenti guanti, mascherine e detergenti specifici in aggiunta ai DPI normalmente utilizzati e abbiamo istituito delle procedure specifiche, ad esempio, per il carico e scarico delle merci, che abbiamo tempestivamente comunicato a clienti e fornitori. Da quando è partita l’emergenza abbiamo costantemente provveduto a informare e formare tutto il personale sulle procedure a cui attenersi e sull’organizzazione del lavoro in ottemperanza alle disposizioni via via emanate. A inizio marzo ci siamo organizzati per continuare il nostro processo produttivo anche se a ranghi ridotti. Essendo noi un’azienda artigiana, più che a una logica di reparti ci siamo ispirati a un criterio di riduzione del numero di operatori presenti in contemporanea, utilizzando in accordo con i nostri dipendenti le ferie tutte le volte che è stato possibile, e cioè nella quasi totalità dei casi, in modo da garantire loro lo stipendio pieno. Esaurite le ferie, nel mese di aprile abbiamo fatto ricorso alla cassa integrazione utilizzando lo strumento di categoria Elba (Ente Lombardo Bilaterale dell’Artigianato) ma anticipando la quota ai nostri dipendenti considerati i ritardi dell’Ente nei pagamenti che faranno direttamente a loro. Come già prima del lockdown, alla riapertura abbiamo riorganizzato gli ingressi in modo da evitare la compresenza di più persone negli spogliatoi e abbiamo implementato nuove misure di sicurezza (ad esempio, la misurazione della temperatura) in ottemperanza delle disposizioni vigenti. Nel nostro caso il ricorso allo smart working è stato limitato alla persona che segue l’amministrazione e abbiamo constatato che, emergenza a parte, è di difficile applicazione alla nostra organizzazione.

 

Avete avuto o state avendo problemi a ricevere la merce dai vostri fornitori?

Ci avvantaggia il fatto di aver sempre attuato un vero Made in Italy. Anzi, se mi permette la battuta, il nostro è più un “Made in Lecco”. Acquistiamo materie prime, packaging e facciamo fare i trattamenti di rivestimento a fornitori che si trovano nel lecchese (il più lontano è a 60 km). Né durante la prima fase dell’emergenza né alla riapertura non abbiamo mai avuto problemi nelle forniture. Il nostro magazzino è strutturato in modo da garantire un’adeguata scorta di materie prime, prodotto finito e packaging e i nostri fornitori stanno rispettando le consegne. Un problema che, invece stiamo riscontrando in misura abbastanza rilevante è quello degli insoluti o, almeno, della mancata puntualità sui pagamenti delle fatture. Con i tanti ai quali siamo legati da una collaborazione storica e che ci hanno preventivamente avvertito abbiamo concordato nuove modalità e tempi di pagamento. In prospettiva temo che il problema sia destinato ad aggravarsi a causa del buco di fatturazione derivante dal lockdown e anche delle difficoltà procedurali e burocratiche che al momento stanno limitando l’accesso ai finanziamenti agevolati alle imprese che lo Stato invece aveva promesso. Per quanto ci riguarda, la strategia è stata quella di utilizzare dei finanziamenti che avevamo già ottenuto in precedenza e utilizzare la liquidità per pagare alcune forniture a fronte di sconti sul prezzo.

 

In tutta la fase dell’emergenza come avete alimentato la relazione con la vostra clientela in Italia e all’estero?

La nostra azienda ha da tempo attivato un canale di comunicazione costante con la clientela attraverso una newsletter mensile, i social e il sito web. Lo abbiamo utilizzato anche per continuare a informare tutti i nostri clienti su come ci stavamo organizzando e sulle nostre procedure. In aggiunta a questo abbiamo contattato i clienti per comunicare l’andamento dell’evasione degli ordini e i nuovi tempi previsti di consegna slittati per la sospensione lavorativa. Durante il lockdown, siamo stati sempre raggiungibili sia telefonicamente che per email. Per quanto ho potuto vedere questo approccio è stato apprezzato. Infatti, non appena abbiamo comunicato via newsletter che avremmo riaperto il 4 maggio, siamo subito stati contattati da alcuni nostri clienti europei che ci davano il “benvenuto alla normalità”. Anche se in fase di emergenza il digitale è stata una risorsa importante, resto però convinto che nulla possa sostituire la relazione umana o il valore di una stretta di mano e di un contatto diretto con le persone. Mi auguro che si ritorni presto a come si lavorava prima…

 

Quali sono le prospettive da qui a fine anno? Pensate di riuscire a recuperare il fatturato perso?

Ritengo improbabile recuperare il fatturato perso entro fine anno. Penso però che sia opportuno ragionare più che sui volumi sulla qualità (marginalità dei clienti e degli articoli) del fatturato. Abbiamo chiuso il 2019 con un fatturato in crescita del +10% rispetto al 2018, ma con una marginalità in flessione del 3% frutto dell’andamento dei costi e dei prezzi di vendita (oltre che dei consistenti investimenti effettuati nell’anno). Da quando abbiamo riaperto noto che il mercato sta dando segnali positivi con un discreto fermento di richieste e ordini. Lo considero un segnale incoraggiante, anche se è difficile sbilanciarsi in previsioni. Continueremo a monitorare la situazione cercando di rimodulare i nostri piani in base all’evolversi del mercato. Siamo intenzionati a rispettare il piano di investimenti definito prima dell’emergenza Coronavirus che prevedeva il completamento degli interventi di riqualificazione del nostro sito produttivo a livello energetico con il rifacimento della facciata della palazzina uffici, la sostituzione di un carrello elevatore per efficientare le operazioni di carico e scarico e l’upgrade di un lotto del parco macchine che, come è noto, sono di nostra produzione. Infine, andremo a integrare la gestione del magazzino che attualmente gira su un software dedicato, direttamente nel sistema gestionale con l’obiettivo di renderla ancora più efficiente.

 

 



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