Si è conclusa da poco la terza edizione di Constructa 2008, un evento dedicato al futuro delle costruzioni. Tante novità, prodotti e incontri sulla ‘cultura del costruire’. La rigenerazione di aree ed edifici è stata presentata come una forma di ‘antidoto’ alla crisi generale imperante.
Nei tre giorni densi d’incontri e di confronti al Lido di Venezia, il tema della terza edizione del forum del sistema delle costruzioni ha raccolto un interesse ben oltre le attese, soprattutto tra progettisti e imprese di costruzione. Un evento che si rivolge, soprattutto, agli operatori più avanzati e più aperti al cambiamento nel modo di costruire. Infatti, durante il meeting sono state presentati molti scenari sul futuro, ampio spazio è stato dedicato all’innovazione tecnologica e di processo, ai nuovi modi di porsi degli Enti pubblici, alla nuova finanza collegata all’edilizia, alla sostenibilità ambientale e sociale.
Temi espressi in termini molto concreti e subito fruibili dal business e dai decisori delle pianificazioni territoriali. Constructa ha presentato in maniera unitaria l’ampia articolazione dei fattori collegati alla riqualificazione urbana e alla ristrutturazione degli edifici. Con letture economiche, sociali e politiche oltre che tecniche.
Una partecipazione molto attiva, che ha confermato le aspettative degli organizzatori. Tra i temi trattati quello di ‘REgeneration, nuova vita a spazi e costruzioni’, un argomento che si è rivelato particolarmente attuale, richiamando molti operatori ed esperti: soprattutto progettisti (architetti e ingegneri), con una ampia fascia d’imprese di costruzioni rappresentate al vertice.
Cinquantacinque i relatori, dodici i momenti plenari, otto workshop con casi specifici e concreti d’innovazione e una tavola rotonda finale. Alla ricerca di analisi non scontate e originali, quali leve per scalzare i freni imposti dal contesto di crisi. E per approdare a una cultura diversa.
La porta d’uscita dalla crisi è dunque l’innovazione, attraverso nuovi processi, nuove impostazioni, nuove soluzioni. A constructa si è dimostrato che è possibile farlo.
Le esperienze documentate lo dimostrano. La strada da seguire esiste ed è stata indicata con chiarezza: bisogna puntare su compatibilità ambientale e sociale, edifici ad alta prestazione energetica e di comfort, città dalla mobilità fluida, con le periferie meglio integrate e una qualità dell’ambiente capace addirittura di richiamare gli abitanti espulsi e dispersi nelle campagne costruite. Ad arricchire il quadro di constructa, la presenza di due grandi architetti e due modi diversi di interpretare la rigenerazione. Per lo spagnolo Salvador Perèz Arroyo conta molto la ricucitura tra presente e passato attraverso vere invenzioni negli accostamenti di materiali e tecnologie innovative. Mentre Stefano Boeri studia i temi della sostenibilità ambientale e chiede meno ideologia e maggiore rigore sui risvolti possibili. Lui intanto progetta future città popolate di condomini verdi, edifici alti innervati di orti, giardini e boschi.
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