È stato un anno positivo per Ente Fiera Promoberg. Avete superato la quota di 500mila visitatori, un risultato di cui essere soddisfatti?
Credo proprio di sì. Nonostante il perdurare della grave crisi che sta attanagliando da anni il sistema economico e finanziario italiano, abbiamo ottenuto durante il 2012 risultati importanti. Oltre all’incremento delle presenze, infatti, sono aumentati gli appuntamenti fieristici (da 13 a 15); le aziende coinvolte (da 2.450 a 2.588); e i giorni di occupazione del polo fieristico. Inoltre, due fiere (Lilliput, il salone educativo per l’infanzia, e Creattiva, la fiera delle arti manuali), sono state esportate a Napoli, per soddisfare le tante richieste pervenuteci dal Sud Italia. Ma sono andate molto bene anche le attività extra fiere, riguardanti i concerti estivi, i grandi eventi, le attività al Centro Congressi.
A cosa si deve il vostro trend positivo?
Non potendo competere, per motivi strettamente legati alla superficie del polo fieristico, con le strutture delle grandi città, ci siamo concentrati su manifestazioni specializzate. In questo modo abbiamo intercettato delle nicchie di mercato che necessitano di appuntamenti a loro totalmente dedicati. Nel contempo, abbiamo intrapreso azioni specifiche per portare in fiera un pubblico mirato, a tutto vantaggio delle imprese presenti. Tutto ciò tramite una struttura e un’organizzazione estremamente flessibile e dinamica, che ci permette di adattarci alle richieste sia delle singole realtà, sia di importanti gruppi.
Le fiere sono in ripresa. Perché?
Per quanto ci riguarda, crescono perché le studiamo e sviluppiamo in modo da consentirci di dare le risposte che sia gli espositori, sia i visitatori, si attendono. Aggiungo che è però fondamentale tenerle costantemente monitorate, per adeguarle immediatamente ai continui cambiamenti del mercato e delle esigenze dei consumatori. Inoltre, arricchiamo ogni nostra manifestazione con una serie di eventi collaterali, ideati specificatamente in base alla tipologia della fiera. Mi piace evidenziare quanto siano sempre più apprezzati i momenti formativi, che, grazie ad esperti dei vari settori, consentono al pubblico di informarsi e aggiornarsi sull’attualità. Come nel caso della Fiera dell’edilizia, dove si affrontano temi primari legati alla sicurezza sui luoghi di lavoro, alle normative, e alle ultime novità hi tech.
Nell’era del digitale perché le aziende hanno ancora bisogno di “presentarsi” fisicamente ai loro clienti e di partecipare alle fiere?
Internet ha cambiato il mondo, mettendolo in contatto in pochi secondi pigiando un semplice tasto. Le aziende hanno capito che anche per loro essere online è fondamentale. Però, è altrettanto importante mantenere vivo il confronto diretto, sia con gli operatori professionali, sia con i clienti finali. Un rapporto professionale “face to face” consente di tessere quelle relazioni che nessuno strumento, nemmeno il più hi tech, permette. Le fiere consentono quindi a chi vi partecipa di relazionarsi in maniera mirata, potendo approfondire e confrontare anche nei minimi particolari tutti le informazioni, i dubbi, e le curiosità.
Una formula di successo per una fiera di settore è la verticalità con cadenza biennale. È d’accordo?
Sulla verticalità sono perfettamente d’accordo. È importante accorciare i vari passaggi tra la produzione e il consumatore finale. Per quanto concerne invece la cadenza, credo che ciò dipenda dallo sviluppo dei singoli settori interessati alla manifestazione. Per alcuni la cadenza può essere benissimo ogni due o tre anni. In altri casi, invece, per soddisfare le esigenze del mercato, la tempistica deve essere più breve. Cito due esempi. No Frills, la fiera riservata agli operatori professionali del turismo: impensabile non farla almeno una volta l’anno, viste le continue novità che il settore registra. L’altro esempio riguarda Creattiva, la nostra fiera delle arti manuali: è talmente alta la richiesta da parte delle imprese e del pubblico, da essere richiesta ogni sei mesi.
Cosa offre Promoberg Fiera di Bergamo rispetto le più blasonate fiere europee?
Ribadendo quanto detto prima in merito al nostro trend positivo, aggiungo l’ottimo rapporto qualità/prezzo, che consente alle aziende di ottimizzare i costi diretti e indiretti. Inoltre, il nostro polo fieristico, di recente realizzazione e quindi moderno e molto funzionale, ha dimensioni tali da permetterci di concentrare tutte le nostre risorse e operatività sulla manifestazione in corso. A completare il nostro mix vincente, infine, la location della Fiera di Bergamo: collocata al centro di una macro regione tra le più importanti a livello europeo, e servita ottimamente in tema di mobilità. Sono pochissimi i chilometri che ci separano dalla rete autostradale, da quella ferroviaria, e dall’importante scalo aeroportuale di Orio al Serio, base per decine di voli low cost che coprono gran parte del continente europeo. Tutto ciò fa capire quanto siano grandi le potenzialità della nostra struttura.
Qual è la ricetta per una fiera di successo?
Non esistono formule magiche. Quello che conta è lavorare sodo, mettendoci la massima professionalità, passione e trasparenza, e non perdendo mai di vista le esigenze del mercato. Le aziende, gli enti, le associazioni, il pubblico: tutti hanno bisogno di risposte concrete. Risposte caratterizzate dall’eccellenza del servizio e del prodotto, per soddisfare al meglio le richieste degli interlocutori. Siamo impegnati da sempre al massimo, per dare soluzioni “chiavi in mano” senza trucchi né inganni.
Perché FerExpo?
Tutto ciò che ruota attorno al settore della ferramenta ricopre un ruolo molto importante per il nostro territorio. Inoltre, il settore stesso sente la necessità di essere, se non ricostruito, quanto meno riattualizzato. Un’esigenza espressa più volte da molti operatori del settore. I quali, hanno altresì sottolineato l’esigenza di avere un luogo e un momento d’incontro per approfondire e sviluppare tematiche specifiche per loro assolutamente strategiche.
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