L'Italia ha due mesi di tempo per uniformarsi alle direttive comunitarie in materia di rendimento energetico in edilizia. Lo ha detto la Commissione Europea, richiamando il nostro Paese al pieno rispetto della direttiva comunitaria n. 91 del 2002, che secondo Bruxelles non sarebbe stata applicata in modo adeguato, in particolare per quanto riguarda il rilascio degli attestati di rendimento energetico degli edifici.
In realtà questo ultimatum rappresenta la seconda tappa della procedura d'infrazione a carico dell'Italia avviata nel novembre 2010. Da allora l'Italia ha modificato la legislazione nazionale in materia, ma, evidentemente, non lo ha fatto rispettando in pieno le direttive europee.
Di qui il nuovo intervento delle autorità europee, che contestano alcuni punti essenziali fra i quali, oltre alla citata certificazione energetica, anche i controlli sugli impianti di condizionamento dell'aria e le modalità di certificazione per quanto riguarda gli edifici esistenti dati in affitto.
Uno stimolo in più per restare al passo con i tempi, migliorando le prestazioni energetiche e il conseguente risparmio di energia in edilizia.
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