Ancora segno negativo per l’indice degli ordini di macchine utensili che, nel quarto trimestre 2009, ha registrato un calo dell’8,8%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In ragione di ciò, l’indice assoluto si attesta a 74,9 (base 2005=100). Questo è quanto emerge dai dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione e tecnologie ausiliarie.
Con questa rilevazione si allunga ulteriormente il trend negativo della raccolta ordini di macchine utensili dei costruttori italiani, in discesa da sei trimestri consecutivi.
Nonostante l’intensità del calo paia attenuarsi, il recupero appare lento e difficoltoso. D’altra parte, per la prima volta dopo diciotto mesi, la rilevazione presenta un andamento differente per mercato domestico e mercato estero.
Con riferimento al mercato straniero, l’indice degli ordini raccolti dai costruttori italiani evidenzia un calo del 22,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; il valore assoluto dell’indice si attesta quindi a 66,9.
Sul fronte interno, invece, l’indice di raccolta ordini torna a salire, del 12,1%, per un valore assoluto dell’indice pari a 82,3, sostenuto e spinto - come era prevedibile - dall’effetto Tremonti-Ter.
In ragione d’anno, la contrazione degli ordinativi raccolti è pari al 46,9% rispetto al 2008, per un valore assoluto dell’indice pari a 60,6, paragonabile a quello rilevato nel 1993.
Secondo Giancarlo Losma, presidente UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE: “il risultato espresso dall’ultima rilevazione trimestrale effettuata dal Centro Studi & Cultura di Impresa della associazione evidenzia una situazione ancora preoccupante”.
“L’inversione di tendenza registrata sull’interno conferma la validità dello strumento Tremonti-Ter, quale provvedimento utile a sostenere il riavvio degli investimenti in beni strumentali. Per questo motivo - continua Giancarlo Losma - chiediamo alle autorità di governo l’estensione, fino a fine 2010, del provvedimento di detassazione degli utili reinvestiti (la cui scadenza è attualmente fissata al 30 giugno) in macchinari a alta tecnologia, affinché il riscontro raccolto dai costruttori italiani sul mercato domestico negli ultimi mesi dell’anno non sia soltanto un fuoco di paglia destinato a spegnersi con effetto pressoché immediato.
“In particolare l’associazione richiede che lo strumento Tremonti-Ter sia applicato alle macchine di produzione ordinate entro il 31 dicembre 2010 e consegnate nei diciotto mesi successivi all’emissione dell’ordine”.
“Oltre a ciò - ha aggiunto il presidente Losma - è indispensabile l’attuazione di un sistema di incentivi alla rottamazione dei macchinari obsoleti con deduzione di imposta del 50% della somma investita nell’acquisto di nuovi macchinari sostitutivi. Questa misura che, così come annunciato in questo inizio di anno dalle autorità di governo, dovrebbe essere parte di un provvedimento più ampio (comprendente anche autovetture, elettrodomestici, mobili ecc.) oltre a favorire la ripresa dei consumi, permette l’aggiornamento tecnologico dei sistemi di produzione, indispensabile per il mantenimento della competitività dell’industria italiana”.
“D’altra parte - ha rilevato Alfredo Mariotti, direttore generale di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE - la crisi ha inferto un duro colpo alle imprese del settore, alcune delle quali devono fare i conti con una riorganizzazione strutturale. Se molte di quelle che nel 2009 hanno utilizzato la cassa integrazione oggi riescono a ripartire con l’assetto antecedente il crollo dei mercati, alcune restano in gravi difficoltà. Per queste realtà si richiede un intervento immediato prima che la loro posizione nel mercato sia irrimediabilmente compromessa”.
A tal proposito, UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE chiede al governo il sostegno allo sviluppo di holding di settore secondo il modello della MU HOLDING costituita da un mix di contributi privati e pubblici. Oltre alla Cassa depositi e prestiti, ci si aspetta intervengano: istituti di credito, Simest, Sace, finanziarie regionali, e eventualmente investitori privati. Le imprese nelle quali entrerà la holding potranno decidere come e se mantenere il controllo. In questo modo gli imprenditori che lo vorranno saranno coinvolti direttamente nei processi decisionali dell’azienda.
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