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16/06/2009

MAXI SEQUESTRO DI PELLET RADIOATTIVO

Maxi sequestro in 29 province italiane di 10 mila tonnellate di pellet proveniente dalla Lituania

Pensava di aver acquistato dell'eco-combustibile di qualità, ma ha scoperto di avere utilizzato nella stufa di casa una sostanza radioattiva. E' accaduto a un abitante di Aosta, città da dove oggi - su disposizione della Procura della Repubblica - è partito un maxi sequestro in 29 province italiane (11 le regioni coinvolte) di 10 mila tonnellate di pellet, un prodotto, proveniente in questo caso dalla Lituania, derivante dalla pressatura della segatura del legno e utilizzato in speciali stufe domestiche. Sono stati i vigili del fuoco di Aosta ad avvertire ieri la squadra mobile della questura, dopo che l'aostano aveva fatto analizzare i suoi pellet perché non bruciavano bene.

La strumentazione del gruppo Nucleare biologico chimico (Nbc) ha rilevato la presenza di Cesio137: sostanza radioattiva prodotta dalla detonazione di armi nucleari e dai reattori delle centrali nucleari. Subito è scattata l'operazione. Prima è stato individuato il rivenditore valdostano, poi l'importatore, un grossista di Varese, successivamente è stata ricostruita la rete di distribuzione in Italia. Nelle prime ore di oggi, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo d'urgenza emesso dal procuratore della Repubblica di Aosta, Marilinda Mineccia, agenti delle 29 questure coinvolte hanno messo i sigilli sui sacchi contenenti pellet con marca Natur Kraft, conservati in 60 diversi depositi. Non tutti risultano comunque contaminati. La merce - un totale di 251 tir - era arrivata dal Baltico lo scorso autunno e poi venduta in tutta Italia, dal nord al sud. Oltre la Valle d'Aosta, le regioni coinvolte sono la Lombardia (Varese, Milano, Como, Lecco, Cremona, Bergamo, Pavia, Lodi, Sondrio e Brescia), il Piemonte (Torino e Cuneo), la Liguria (Savona e La Spezia), il Veneto (Vicenza), l'Emilia Romagna (Forlì, Ravenna Ferrara e Bologna), il Lazio (Frosinone e Viterbo), l'Abruzzo (L'Aquila), la Puglia (Bari, Brindisi e Taranto), la Calabria (Cosenza) e la Sardegna (Sassari e Cagliari).

Ora l'attenzione è rivolta alle eventuali minacce alla salute a cui possono essersi esposti coloro che sono entrati in contatto con l'eco-combustibile contaminato. Il Cesio 137, infatti, è un materiale radioattivo estremamente tossico. Il soggetto può subire danni cellulari dovuti alle radiazioni che possono persino provocare perdita di conoscenza, coma o morte. Dipende dalla resistenza delle singole persone, dalla durata dell'esposizione e dalla concentrazione a cui il soggetto è esposto.

(Fonte Ansa)



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