L’industria della macchina utensile italiana ‘punta’ verso i Balcani, spostando la sua attenzione verso i mercati che presentano più ampi margini di crescita e sviluppo. In questo senso l’Area balcanica, in virtù della vivace economia e della favorevole posizione geografica, rappresenta un’opportunità che i costruttori italiani non possono trascurare. Dal meeting “Progetto balcani: opportunità per la macchina utensile italiana e dintorni”, organizzato da UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE e svoltasi a Bergamo, ‘emerge’ una zona strategica per la meccanica italiana.
Durante l’incontro di Bergamo, che ha visto la partecipazione dell’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, in collaborazione con ICE, l’Istituto nazionale per il commercio estero, sono state presentate le potenzialità di questo nuovo mercato, in quanto l’area balcanica, è risultata nel 2008, la quinta area di destinazione del made in Italy settoriale in Europa. Lo studio è stato focalizzato su: Albania, Croazia, Serbia e Slovenia (area ASCS), ove si registrano tassi di sviluppo decisamente interessanti. A conferma di ciò il dato di crescita media del PIL dei quattro paesi che, nel periodo 2002-2007, è risultato pari al 7,7%, contro il 4,5% del PIL dell’Unione Europea.
Nei quattro anni considerati, l’export italiano di macchine utensili nei paesi ASCS è più che raddoppiato, registrando un tasso di crescita medio del 16,3%. Albania e Serbia risultano essere i mercati più vivaci, sebbene il valore di macchine utensili vendute nei due paesi non sia confrontabile. Nel periodo 2002-2007, l’export di macchine utensili destinate all’Albania è passato da 0,5 milioni di euro a 2 milioni di euro. Il tasso di crescita medio è risultato pari al 33,2%. Decisamente più rilevante il valore delle vendite in Serbia, cresciuto, nel periodo di riferimento, da 2,8 milioni di euro a 13,7 milioni, per un tasso di crescita medio pari al 36,9%.
Se in Albania le vendite risultano trainate principalmente dagli investimenti destinati allo sviluppo di parchi energetici che forniranno l’Italia; in Serbia, gli investimenti in sistemi di produzione sono destinati al settore infrastrutture, per ricostruzione di ponti e strade distrutti durante gli ultimi conflitti, oltre che al settore automotive. “L’area che comprende Albania, Croazia, Serbia e Slovenia - ha dichiarato Giancarlo Losma, presidente UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE - è caratterizzata da grande vivacità ed è molto più vicina al nostro Paese, sia in senso geografico che culturale, rispetto ad altre zone dove il Made by Italians è molto diffuso e apprezzato. Non può, quindi, non essere oggetto di attenzione particolare da parte degli imprenditori italiani della meccanica che, in effetti, già dimostrano di saper ben interpretare le richieste degli utilizzatori balcanici”.
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