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21/11/2008

LA RIGENERAZIONE EDILIZIA, ANTIDOTO ALLA CRISI

Nei tre giorni densi d’incontri e di confronti al Lido di Venezia, il tema della terza edizione del forum del sistema delle costruzioni ha raccolto un interesse ben oltre le attese, soprattutto tra progettisti e imprese di costruzione. Dall’ampia panoramica sui molti versanti dell’argomento, sono emerse importanti linee innovative utili alla rotta d’uscita dal contesto recessivo.

Più di quattrocento persone ai tre giorni di constructa, un evento che si rivolge agli operatori più avanzati e più aperti ai venti di cambiamento nella cultura del costruire.
Scenari sul futuro, innovazione tecnologica e di processo, nuovi modi di porsi degli Enti pubblici, nuova finanza collegata all’edilizia, la sostenibilità ambientale e sociale. Temi espressi in termini molto concreti e subito fruibili dal business e dai decisori delle pianificazioni territoriali. Constructa ha presentato in maniera unitaria l’ampia articolazione dei fattori collegati alla riqualificazione urbana e alla ristrutturazione degli edifici. Con letture economiche, sociali e politiche oltre che tecniche.

Una partecipazione densa, che ha confermato le aspettative degli organizzatori. Il tema ‘REgeneration, nuova vita a spazi e costruzioni’ si è rivelato particolarmente caldo, richiamando molti operatori: soprattutto progettisti (architetti e ingegneri), con una ampia fascia d’imprese di costruzioni rappresentate al vertice. E poi industria, servizi e distribuzione.

Cinquantacinque i relatori, dodici i momenti plenari, otto workshop con casi specifici e concreti d’innovazione e una tavola rotonda finale. Alla ricerca di analisi non scontate e originali, quali leve per scalzare i freni imposti dal contesto di crisi. E per approdare a una cultura diversa.

La porta d’uscita dalla crisi è dunque l’innovazione, attraverso nuovi processi, nuove impostazioni, nuove soluzioni. A constructa si è dimostrato che è possibile farlo. Le esperienze documentate lo dimostrano. Certo con alcune criticità, come il quadro legislativo generale che è arretrato e tempestato di vuoti d’indirizzo. Le procedure, nelle rigenerazioni, ormai corrono ad altre velocità. Ed è così che le eccellenze finiscono per essere espressione della concretezza di questo funzionario o di quell’ Ente pubblico territoriale, come alcune Regioni o certi Comuni. Insomma casi singolari e non sistematici.

Compatibilità ambientale e sociale, edifici ad alta prestazione energetica e di comfort, città dalla mobilità fluida, con le periferie meglio integrate e una qualità dell’ambiente capace addirittura di richiamare gli abitanti espulsi e dispersi nelle campagne costruite. Tutto ciò è possibile, qui in Italia con standard europei. Bologna, Torino, Reggio Emilia, il Veneto, tanto per fare qualche esempio, presentano situazioni emblematiche di recupero e rigenerazione urbana.

Gli strumenti non mancano. Siano scenari futuri, come mezzi di pianificazioni politiche ed economiche (a constructa ne sono stati presentati quattro), o le progettazioni partecipate virtuose nell’abbattimento dei costi aggiuntivi; siano le soluzioni tecniche specifiche offerte da una industria orientata alla ricerca, o ancora gli aiuti dal Web come le mappature di Google scese a livello del suolo per analizzare i terreni, le altimetrie, le foto delle facciate sulle strade e permettere visualizzazioni 3D degli interventi possibili. E ancora project financing, facility management come stimolo per gli investimenti irrigiditi dalla scarsità di liquidità.



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