I dettaglianti non sembrano del tutto soli. Associazionismo e realtà consortili fioriscono per garantire loro maggiore potere contrattuale nei confronti dei fornitori e della sempre più insistente concorrenza delle insegne della GDS. Fra le tante attive, ne abbiamo analizzate alcune per comprendere come sono strutturate e quali sono le loro strategie.
Una distinzione di base
Anche se è difficile definire categorie di base e uniformi per la loro diversità operativa e organizzativa, una delle caratteristiche peculiari di associazioni e/o consorzi è la specializzazione settoriale. Oltre a realtà associative che uniscono ferramenta generiche, vi sono consorzi specifici nella distribuzione e vendita di particolari famiglie di prodotti. Va peraltro sottolineato che la realtà italiana è ricca di altri organismi consortili e associativi a forte connotazione territoriale. Ciò li rende poco visibili e quindi poco conosciuti a livello nazionale. Talvolta, sono delle vere e proprie meteore, perché nascono e muoiono nell’arco di qualche anno per la scarsa coesione tra i partecipanti o perché manca il “collante” adeguato per fare massa critica. Per ragioni di privacy, non vengono citati i casi in cui ci siamo imbattuti durante la realizzazione di questa indagine.
Convenienza e vantaggi
Perché associarsi o fare gruppo con altri dettaglianti? Considerato che in Italia sono attive all’incirca novemila ferramenta, ciascuna con la propria specificità e caratteristica d’offerta, in teoria dovrebbe convenire a tutte per evitare di correre allo sbaraglio nel gioco al massacro della competizione con la GDS e le grandi superfici. Le possibilità sono quindi due. La prima è di aggregarsi fra loro per accrescere il potere contrattuale, la seconda è vagliare l’eventualità di entrare a far parte di consorzi e/o gruppi già esistenti, purché rispondano a particolari parametri (se) richiesti. La convenienza è evidente dato che i vantaggi derivanti sono significativi, soprattutto la possibilità di acquistare merce a prezzi inferiori con ordini e stock minimi, visto che ormai il magazzino non lo fa quasi più nessuno per gli alti costi di gestione.
Uno sguardo d’insieme
Fra le associazioni per così dire generaliste che hanno risposto all’indagine di Ferramenta 2000 vi sono Dekaferr, Ferca e il Gruppo Graff. Sono molto localizzate poiché associano dettaglianti attivi nel proprio ambito territoriale (Dekaferr e Ferca in Veneto, il gruppo Graff in Friuli). Fra altre realtà di dimensione ragguardevole vi è il gruppo FAI, un’associazione che aggrega oltre 150 dettaglianti sparsi soprattutto nell’Italia centro-meridionale. Questo gruppo fa capo a Fraschetti, grossista laziale. Fra i gruppi di natura specialistica rientrano AzzurroGroup (accessori per serramenti), BricoTerm (materiali idraulici), CO.ME.TA e i gruppi Game e Made (edilizia), DIALfer (serramentisti legno). In tale categoria si ritiene “anomalo” il Consorzio Distribuzione Utensili (CDU), che associa 26 distributori con 34 punti vendita. La formula associativa permette una partecipazione paritetica e attiva a garanzia di una piena autonomia aziendale. È attivo nella distribuzione industriale degli utensili e ha creato anche marchi propri.
Abbiamo ormai ben chiaro che i modelli di business del passato non danno più risultato, ma abbiamo altrettanto chiaro come funzionano i modelli attuali?
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