Le macchine duplicatrici esistono in diversi modelli, a seconda della chiavi che sono tenute a replicare; tra le più comuni e diffuse quelle per chiavi piatte e cilindro, per chiavi punzonate, per chiavi a mappa e doppia mappa, ma ne esistono anche per chiavi con riconoscimento del profilo e marcatura e per quelle a cifratura del tipo laser e auto.
DAL CILINDRO AL LASER
Alcune Aziende del settore hanno messo a punto delle particolari macchine duplicatrici elettriche automatiche per chiavi piatte, cilindro, auto e a croce. Il motore è a innesto diretto, l’unità motrice è composta di un motore, fresa e spazzola, protetti da uno scudo di protezione. Il dispositivo mobile è composto da 2 morsetti, montati su slitte a passo controllato con movimento orizzontale. Le slitte sono a loro volta montate su un albero rettificato e vengono spostate a mano dall’operatore. Oltre alla precisione e all’efficienza, però, le moderni macchine tengono conto anche della sicurezza dell’operatore che viene completamente protetto dalle polveri e trucioli, raccolti in una vaschetta posizionata sotto le slitte, semplice da estrarre per lo svuotamento. Alcune macchine duplicatrici sono, inoltre, dotate di particolari morsetti reversibili a 4 facce che garantiscono ottimi risultati di cifratura per qualsiasi tipo di chiave, altre, più sofisticate, hanno i movimenti del motore controllati passo dopo passo con sensori e fotocellule che permettono esecuzioni d’alta precisione. Quest’ultime permettono anche di lavorare con diverse modalità: tramite l’immissione del codice-chiave direttamente attraverso una tastiera a bordo macchina, oppure tramite lettura-chiave con meccanismo laser e copiatura, e tramite collegamento con il computer e un software particolare. Per riprodurre le chiavi punzonate e auto di sicurezza alcune macchine convertono automaticamente i dati letti in quote di cifrature originali, unendo sistemi meccanici della massima qualità ad un sistema di controllo movimenti elettronico, tramite fotocellule e sensori. Questa particolare combinazione garantisce risultati di precisione centesimale. Per quanto riguarda, invece, la duplicazione di chiavi a mappa e doppia mappa le macchine più moderne garantiscono risultati di precisione centesimale grazie a semplici sequenze di operazioni da digitare sulla tastiera a bordo macchina, oppure attraverso la lettura della chiave mediante lettore ottico. Alcune macchine duplicatrici, invece, utilizzano un sistema d’incisione a micropercussione senza asportazione di materiale; sono indicate per la marcatura di chiavi piatte e a doppia mappa, e possono incidere cilindri targhette e medaglie. Veloci e facili da usare incidono qualsiasi tipo di materiale ferroso, silver nickel, ottone, acciaio, garantendo risultati d’altissima precisione e qualità. L’interfaccia del software per impostare la macchina è programmabile in 5 lingue diverse e dispone di un’ampia scelta di caratteri e personalizzazioni grafiche. Questo innovativo sistema d’incisione a micropercussione senza asportazione di materiale permette all’utente di scegliere 8 diverse forme di grandezza di zone della marcatura, con una misurazione massima di 35 x 50 mm. L’utilizzatore è anche in grado di scegliere la grandezza e tipo di carattere, neretto, corsivo o con maiuscole. Dal 1995, con l’introduzione del sistema immobilizer, la maggior parte delle chiavi dell’industria automobilistica è dotata di un microchip, una specie di trasmettitore/ricevitore in miniatura posto nella testa delle chiavi. Per duplicare questo genere di chiavi sono necessarie delle macchine in grado di leggere i trasponder a codice fisso, visualizzando e identificando la tipologia. Inoltre, queste duplicatrici segnalano la presenza di trasponder cripto all’interno della chiave.
L’Assemblea dei Soci dell’Ente di Viale del Lavoro si è riunita oggi per eleggere il nuovo presidente e il Consiglio di Amministrazione.
Il Consiglio è composto, oltre al presidente Ettore Riello, da Marco Bisagno, Raffaele Bonizzato, Guidalberto di Canossa, Sandro Casali, Giuseppe Fedrigoni, Massimo Giorgetti, Nicola Moscardo e Claudio Valente.
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