Luca Turri resta alla guida di UCoMESA, Unione Costruttori macchine edili, stradali, minerarie ed affini, l’associazione, federata ad ANIMA/CONFINDUSTRIA, che rappresenta l’industria del macchinario per le costruzioni.
Per gli imprenditori del comparto la situazione rimane difficile. Oggi l’unica garanzia di sopravvivenza per le aziende è l’export, visto il deludente andamento del mercato domestico. Le aziende che dipendevano in misura prevalente da una domanda interna guardano ai recenti provvedimenti governativi del decreto sviluppo con la speranza di veder finalmente ripartire in Italia l’industria delle costruzioni.
“In uno scenario dalle tante incertezze e dalle molte incognite - ha dichiarato Luca Turri, Presidente Ucomesa - le aziende associate hanno rinnovato l’incarico all’intero Consiglio nel segno della stabilità e di una continuità necessaria al raggiungimento di importanti obiettivi per il nostro settore. Sono contento – ha proseguito il Presidente Turri – che a livello governativo si punti sulle costruzioni per far ripartire l’economia italiana. La strada è ancora lunga, ma noi continueremo a lavorare per tutelare e far crescere il nostro settore e lo faremo insieme ad ANIMA, la nostra Federazione, e alle tante altre organizzazioni di Confindustria legate al mondo dell’edilizia con le quali ci siamo integrati per richiamare alle autorità il ruolo strategico e vitale dell’industria delle costruzioni. Noi continueremo a proseguire la strada degli accordi e delle sinergie, cioè della coesione, con chi persegue i nostri stessi obiettivi”.
L’Assemblea ha anche riconfermato i Consiglieri Paolo Galletti (OMG Off. Mecc.Galletti), Marco Purro (Officine Piccini), Sabino Riefoli (Manitowoc Crane Group Italy), Vincenzo Sabatino (Bernardi Impianti Int’l), Simone Trevisani (Soilmec), Stefano Viello (Sermac).
Lo scorso 6 settembre l'azienda ha festeggiato i suoi primi 50 anni
LEGGI L'ARTICOLOGli ultimi arrivati, i puntali, garantiscono uno scivolamento perfetto delle sedie
LEGGI L'ARTICOLONegli ultimi 2 anni l’interesse delle aziende italiane per il mercato marocchino è sensibilmente aumentato, essendo numerose le prospettive di investimento e di partnership con le società marocchine. La presenza di imprese italiane e miste, circa 300, è in crescita anche grazie alle opportunità offerte dalla creazione della Free Trade Zone di Tangeri, a ridosso dello stretto di Gibilterra.
LEGGI L'ARTICOLO