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22/12/2010

ANIMA: 5 PUNTI PER IL GOVERNO

Dal discorso di Sandro Bonomi, Presidente ANIMA, tenuto al circolo della stampa il 14 Dicembre.

"Abbiamo potuto ascoltare diversi interventi che ci hanno permesso di focalizzare la nostra attenzione su fatti oggettivi che regolano, dirigono o quantomeno incidono sulla vita delle nostre imprese. Come Federazione che rappresenta un intero grande settore della manifattura nazionale riteniamo doveroso dare il nostro contributo anche sul piano propositivo per assicurare un supporto concreto e positivo che possa dare un contributo fattivo per migliorare le condizioni in cui operano le aziende della meccanica italiane in questo momento storico.

1) Piano di sostegno alla valorizzazione della meccanica Made in Italy in Italia
Il grande assente negli ultimi vent’anni dell’economia italiana, e in particolare della manifattura meccanica, è il mercato nazionale. Mai come in questo periodo le nostre produzioni hanno sofferto la competitività di aziende e prodotti da paesi molto lontani dal nostro. A questa invasione di prodotti a basso prezzo non ha fatto da contraltare alcuna politica di valorizzazione delle nostre tecnologie agli occhi degli acquirenti italiani, a partire dai responsabili della pubblica amministrazione, degli enti pubblici, delle aziende dello Stato. Il risultato è stato che la meccanica, settore nel quale siamo leader in molti comparti e primari protagonisti dei mercati internazionali, si è progressivamente svuotata della capacità di attrarre anche quella forza lavoro specializzata, operai, progettisti, ingegneri, che ne ha contribuito grandemente al successo.
E’ giunto il momento di cavalcare l’onda della meccanica.
Così come oggi la stessa Commissione Europea vede nella meccanica uno dei punti chiave per la ripresa nel suo piano di politica industriale proiettato al 2020, anche l’Italia ha il dovere, oltre alla grande opportunità, di dare nuovo stimolo a un settore che può essere trainante per l’economia italiana dei prossimi anni. A partire da un programma di promozione della valorizzazione della meccanica Made in Italy in Italia. Siamo bravissimi nella moda, nell’alimentare, nel design anche perché siamo eccellenti nelle tecnologie, nell’automazione e nei macchinari che permettono alle nostre aziende di creare prodotti eccezionali. Vorrei ricordare che Il Parlamento Europeo ha approvato lo scorso 21 ottobre a Strasburgo, con 525 voti a favore, 44 contrari e 49 astenuti, la proposta di Regolamento sull’etichettatura di origine obbligatoria dei prodotti importati da paesi terzi (noto come Regolamento “Made In”). E’ stata una buona, grande, notizia per la meccanica Made in Italy di cui vorrei ringraziare ancora oggi gli Europarlametari italiani che l’hanno resa possibile un ringraziamento sentito all’Onorevole Cristiana Muscardini e agli Onorevoli Gianluca Susta e Niccolò Rinaldi per l’ottimo lavoro svolto, E’ di queste iniziative che la manifattura meccanica ha bisogno per competere ad armi pari con i nostri agguerriti concorrenti.



2) Supporto alle imprese italiane che investono nel rinnovo del proprio parco tecnologico attraverso una politica di detassazione, ammortamenti e prestiti a tassi agevolati

Lo diciamo da ormai due anni: la Tremonti Ter rappresenta un esempio di lungimirante supporto alle imprese di cui ha beneficiato un’intera filiera. Con un unico provvedimento è stato possibile supportare tutti gli operatori del comparto. Abbiamo visto che funziona e bene. Ripetiamo l’esperienza, rendiamola duratura perlomeno fino alla stabilizzazione dei mercati.
La proroga della detassazione del 55% per gli investimenti in tecnologie ad alta efficienza è un primo passo, seppur spalmato in 10 anni anziché in 5, ma non è sufficiente. Le aziende italiane come quelle di tutto il mondo, programmano i propri investimenti su un orizzonte temporale di almeno 5 anni. Non sono le misure una tantum, soprattutto articolate e dall’iter complesso come nel caso dell’ecobonus, che possono consentire ai nostri imprenditori di impegnare risorse economiche importanti in progetti che non presentano sufficienti elementi di stabilità.
Ci vuole più immediatezza, semplicità e più concretezza.


3) Sostegno alla creazione di piani di formazione specializzata realizzati, eventualmente, anche da parte di aziende private
Tutta la meccanica europea così come in Italia soffre della mancanza di operai specializzati e figure tecniche a qualunque livello. Alcune nostre aziende si stanno addirittura attivando autonomamente per sopperire alla cronica mancanza di questo tipo di personale anche attivando scuole di formazione in totale autonomia. La nostra federazione, attraverso il suo ente certificato per la formazione Formamec, ha attinto a finanziamenti a fondo perduto per oltre 15mila ore di formazione lo scorso anno.

4) Migliorare la competitività attraverso lo sviluppo non significa “buttare” soldi pubblici ma farli “fruttare”.
Paradossalmente siamo in una situazione ideale: per supportare lo sviluppo delle nostre aziende non c’è bisogno di regalie o di piani articolati e complessi. E’ molto facile, basta semplicemente alleggerire il fardello burocratico e fiscale che contraddistingue il nostro sistema produttivo, ad esempio operando sull’agevolazione fiscale degli utili reinvestiti e degli utili messi a riserva, per consentire alle nostre aziende di fare subito un balzo in avanti sul terreno della competitività industriale e sulla capitalizzazione delle imprese. Vantaggi che, nel caso della meccanica, premiano le aziende virtuose di un’intera filiera che condivide il valore del lavoro e della professionalità.

5) Regolamentazione dei termini di pagamento, sia delle Pubbliche Amministrazioni che delle aziende, in conformità alla Direttiva Europea approvata nei mesi scorsi. Attendiamo quanto prima il suo recepimento all’interno del nostro ordinamento legislativo. Questo provvedimento, già da solo, potrebbe dare vita ad un primo, immediato, ciclo virtuoso di natura finanziaria per le nostre aziende con benefici effetti nel medio/lungo termine.

Sono solo 5 proposte concrete per migliorare la vita delle aziende, la loro competitività, la capacità di operare sui mercati internazionali. In altri termini sono poche, semplici, idee per continuare a creare valore, lavoro e competenze nel nostro piccolo grande Paese, che tutto il mondo ammira per la sua bellezza, la capacità di trovare soluzioni anche dove non sembrano essercene, per la sua grandezza in tutti quei momenti nei quali per essere grandi possiamo contare solo su noi stessi, sulle nostre capacità, competenze e voglia di fare bene.



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