Il 29 settembre la proposta di Regolamento sull’etichettatura di origine obbligatoria dei prodotti importati da paesi extraUE ha superato la prima prova. La Commissione Commercio Internazionale (INTA) del Parlamento Europeo ha votato a larghissima maggioranza gli emendamenti a favore della proposta di Regolamento sull'etichettatura di origine obbligatoria. Tra gli emendamenti che hanno passato il voto della Commissione Parlamentare anche due proposti dalla Federazione ANIMA a favore dell'inclusione di valvole/rubinetteria e ruote nell'Allegato del Regolamento. Da cinque anni l’ufficio ANIMA di Bruxellles collabora con l’associazione costruttori di valvolame e rubinetteria, AVR, e l’unione costruttori italiani ruote, UCIR, per presentare gli emendamenti relativi alle produzioni rappresentate. E’ il primo sì formale espresso da un’Istituzione comunitaria al Regolamento da quando la Commissione Europea ha presentato la proposta nel 2005.
“Ringrazio innanzitutto la relatrice del dossier, l’Onorevole Cristiana Muscardini, che, grazie al suo prezioso lavoro, ha contribuito in modo significativo a questo primo passaggio positivo del Regolamento. – afferma Sandro Bonomi, Presidente ANIMA - L’approvazione dell’etichettatura obbligatoria significa una garanzia di trasparenza per il consumatore e lo sviluppo della competitività e della qualità dell’industria europea. Nel lungo termine siamo certi che una misura di questo tipo porterà a una crescita dell’industria europea perché parte da una base di know-how e specializzazione eccellenti e apprezzati in tutto il mondo. Sarebbe imperdonabile – conclude il Presidente Bonomi - se perdessimo le competenze, la maestria e la capacità di produrre manifattura che da anni fanno primeggiare l’industria europea e italiana in particolare”.
Le prossime tappe dell’iter legislativo verranno chiarite nelle prossime settimane, anche alla luce dell’opportunità di avviare, in questa fase, un negoziato con il Consiglio dell’Ue. Ci si attende quindi che i negoziati saranno lunghi e metteranno in luce divisioni fra i diversi Stati Membri dell’Unione Europea, opponendo rappresentanti di paesi che hanno importanti attività manifatturiere come l’Italia a quelli di paesi che principalmente importano e distribuiscono merci straniere
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