Tra i leader mondiali nella protezione perimetrale, il Gruppo Betafence opera da più di 130 anni. Per conoscere i segreti di questa prestigiosa azienda, abbiamo intervistato Ruggero Carpentiere, direttore commerciale di Betafence Italia.
Quanto è importante la sede italiana per il gruppo?
La sede italiana, che si trova a Tortoreto, ha un'importanza strategica, specie oggi, alla luce dell’assetto organizzativo assunto dal gruppo negli ultimi due anni. Una rilevanza che si evidenzia in termini di volumi, know-how, competenze specifiche e anche di ubicazione geografica. Lo stabilimento italiano è una fondamentale risorsa per il gruppo per la sua capacità produttiva, paragonabile a quella della sede principale in Belgio, in grado di servire il mercato italiano, ma anche molte filiali interne al gruppo, oltre che, direttamente, tanti clienti esteri. Ciò è frutto di competenze specifiche presenti in questa sede, un notevole know-how che riguarda soprattutto l’ambito industriale, un comparto di attività poco noto al pubblico delle ferramenta, ma che testimonia l’eccellenza tecnologica di Betafence nei processi produttivi e di lavorazione dell’acciaio. Riguardo al comparto delle recinzioni in senso stretto, un polo interno di ingegneria e ricerca, in sinergia con la forza vendita e i clienti, sviluppa innovazione in tutti gli ambiti, dalla sicurezza al design alla funzionalità dei prodotti, con un’attenzione particolare alla facilità d'installazione delle recinzioni e di tutti i sistemi a essa collegati. Infine, lo stabilimento di Tortoreto ha una posizione strategica rispetto ai mercati del Sud-Europa, del Nord Africa e di molte economie emergenti. Non a caso, alcuni grandi progetti in corso in Africa e Medio Oriente seguiti commercialmente dalle filiali internazionali del gruppo, hanno visto il coinvolgimento dello stabilimento italiano per quel che riguarda la produzione.
Come si è concluso il 2013?
Il 2013 è stato un anno non facile, perché il mercato delle costruzioni continua a essere in una fase molto critica, sia sul piano dell’edilizia privata e commerciale, sia sul piano delle grandi opere infrastrutturali. Tuttavia, l'anno scorso i risultati di Betafence Italia sono stati molto positivi; Betafence ha saputo gestire in modo ottimale il mix di prodotti offerti, i segmenti di clientela e le proposte di valore sui diversi canali, tanto da garantire una buona performance soprattutto in termini di profittabilità. Ciò ha consentito all’azienda di chiudere un bilancio 2013 di piena soddisfazione. Ed è con molto piacere che accogliamo questi risultati, incoraggianti per il gruppo e gli azionisti, che costituiscono il motore della crescita e delle prospettive future anche per i nostri dipendenti (lavorano quasi 200 dipendenti allo stabilimento di Tortoreto) e per i nostri clienti partner, che sanno di poter contare su un fornitore stabile e in piena salute. Il 2014 si è aperto all’insegna di un moderato ottimismo: qualche segnale di ripresa si intravede sul mercato, come anche una maggiore fiducia dei clienti, che si sta riflettendo positivamente sui nostri risultati.
Quali sono i mercati emergenti extra europei su cui state puntando?
Il Gruppo Betafence ha una presenza industriale e commerciale nei 5 Continenti. L’assetto principale del Gruppo oggi è ancora europeo e riteniamo che le maggiori crescite di volume dei prossimi anni possano derivare dai tanti mercati emergenti, come quelli dell’Est Europa, del Nord Africa eccetera, caratterizzati da grandi progetti di investimento in corso nelle opere infrastrutturali e di edilizia. Tuttavia, crediamo anche nelle potenzialità di mercati maturi come quelli del Sud Europa, e in particolare dell’Italia, perché siamo convinti ci sia la possibilità, se non la necessità, di rivedere alcuni degli standard tecnologici della recinzione, che in molti casi non rispondono più alle necessità del territorio, delle comunità e delle persone. Si pensi alle recinzioni per gli stadi: per coniugare sicurezza e discrezione, Betafence ha sviluppato una recinzione elevabile, che in condizioni normali può essere tenuta abbassata fungendo da parapetto, mentre in situazioni di rischio può essere alzata fino a 2,2 metri per rispettare in pieno la normativa sulla sicurezza degli stadi. Sicurezza solo quando serve, quindi, è il concetto che sta alla base di una recinzione innovativa, in mercati maturi e avanzati come quelli delle infrastrutture sportive europee e italiane.
Il design è un tratto distintivo dei prodotti Betafence. Come coniugate l'estetica con la sicurezza?
Da sempre crediamo nel valore aggiunto che una recinzione porta con sé, dal punto di vista sia estetico sia della qualità intrinseca della recinzione stessa sia della sicurezza e delle funzionalità a essa correlate. Troppo spesso c’è poca attenzione progettuale per questa componente fondamentale dell’infrastruttura edilizia. Talvolta, addirittura la progettazione è tralasciata, con inevitabili conseguenze sul risultato finale: mi riferisco agli innumerevoli casi di recinzioni non a norma, anche nell’ambito delle infrastrutture sportive, dove invece la sicurezza è sancita da normative molto chiare. La recinzione deve assolvere tutte le funzioni. Una funzione di sicurezza, innanzitutto, proteggendo in modo discreto ma efficace gli occupanti dell’abitazione o del sito di riferimento. Gli esempi sono molti: basti pensare all’offerta di soluzioni ad alto valore aggiunto proposta per l’impiantistica sportiva, sviluppata in collaborazione con il nostro partner tecnico - Coni Servizi - e alle soluzioni Publifor, moduli di recinzione temporanea ad alta sicurezza, nati per il prefiltraggio negli stadi in rispetto alle normative e oggi adottati in tutti gli eventi temporanei ad alto rischio. Ma Betafence si occupa anche della sicurezza nelle situazioni quotidiane, per esempio per i campi sportivi delle piccole realtà locali, per i quali stiamo sviluppando un nuovo palo che, oltre a svolgere la funzione di supporto per la recinzione, assicura la sicurezza dei giocatori che accidentalmente dovessero colpirlo grazie a un meccanismo a molla che lo rende “elastico” in caso di urto. La recinzione deve poi assolvere una funzione estetica, sia per una valorizzazione dell’immobile, sia per una corretta integrazione architettonica e ambientale nel contesto, per esempio i centri storici delle città o le aree molto frequentate, e una tecnologica. La recinzione smette di essere una semplice barriera passiva, ma si trasforma in funzionalità attiva, integrandosi con altri materiali (legno, pietra, vetro) e soprattutto con la tecnologia: la luce innanzitutto, con i nostri nuovi pali B-Lux che diventano elementi d'arredo e design che conferiscono carattere ed esclusività alla recinzione. Nasce così un palo decorativo, tanto innovativo da essere coperto da brevetto ornamentale, risultando un unicum sul mercato. Ma stiamo già studiando molte altre funzionalità attive, per esempio l'integrazione con videocamere, sensori acustici, rilevamento presenza, trasmissione di segnali, video controllo e molto altro, con l’obiettivo di arricchire anche sul piano funzionale la recinzione, fino a un’integrazione con sistemi di supervisione e controllo perimetrale. A tal proposito, abbiamo sviluppato anche nuovi strumenti di comunicazione, in particolare una brochure dedicata alle soluzioni di massimo design e un video che illustra queste possibilità.
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