Il mercato delle macchine per il movimento terra chiude il 2010 in passivo. Le vendite di mezzi meccanici per l’edilizia, le grandi opere e la cantieristica registrano a fine dicembre - secondo i dati diffusi dal Comamoter, il gruppo che all’interno di Unacoma rappresenta il comparto - un decremento complessivo dell’8,9% rispetto all’anno 2009.
Il calo delle vendite fa seguito al risultato molto negativo registrato a fine 2009 con –37%, e al netto passivo anche del 2008 (-22,3%), e va messo in relazione con l’andamento generale dell’economia che ha visto una riduzione sensibile delle attività edilizie e quindi del mercato dei macchinari.
Esaminando le tipologie merceologiche si nota un calo dell’8,5% (pari a 3.728 unità) per le “macchine tradizionali” (apripista, escavatori cingolati e gommati, motolivellatrici, pale cingolate e gommate) e un calo del 6,6% (8.304 unità) per le macchine “compatte” (miniescavatori, minipale compatte e minipale cingolate), mentre più consistente è il decremento delle terne (-27,6% in ragione di 389 unità). A parte vengono censite le macchine stradali (rulli e vibrofinitrici) che segnano una calo 17,7% (413 unità).
“Il passivo del 2010 è più contenuto rispetto al crollo registrato nei due anni precedenti e questo ci auguriamo possa essere il segnale di una progressiva inversione di tendenza – sostiene Massimo Goldoni, Presidente dell’Unacoma – in piccola parte incoraggiata anche dagli incentivi per la rottamazione, che hanno visto destinati al movimento terra il 7% dei quasi 80 milioni di euro complessivamente assegnati alla meccanizzazione”. “Il comparto resta comunque legato all’andamento del settore delle costruzioni – aggiunge Goldoni – che si prevede possa avere una ripresa effettiva non prima del 2012”.
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